Vai al contenuto

Varianti stanno imponendo nuove misure in alcuni Stati aggravando impatto’Solo 1% vaccinato in alcuni Paesi più poveri, così non torneranno a livelli pre-Covid fino al 2024′

Milano, 22 lug. (Adnkronos Salute) – “L’iniquità dei vaccini Covid mina la ripresa economica globale”. E’ il monito lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sulla base di nuovi dati diffusi oggi con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) e l’università di Oxford, in una nota congiunta. Dati secondo cui per esempio un’accelerazione nell’aumento della produzione e della condivisione di dosi di vaccino sufficienti con i Paesi a basso reddito avrebbe potuto aggiungere 38 miliardi di dollari alle loro previsioni di Pil per il 2021, se avessero avuto tassi di vaccinazione simili a quelli dei più ricchi. Senza “un’azione urgente”, la disuguaglianza vaccinale avrà un “impatto duraturo e profondo” anche di tipo socioeconomico per questi Paesi e in definitiva per tutto il mondo.

E in un momento in cui i Paesi più ricchi hanno “pagato trilioni di incentivi per sostenere le economie in declino, è il momento di garantire che le dosi di vaccino siano condivise rapidamente, che le barriere all’aumento della produzione di vaccini siano rimosse e il sostegno finanziario sia garantito per una distribuzione equa”, invocano i tre enti, affinché “possa aver luogo una vera ripresa economica globale”.

Gli esperti parlano sulla base del quadro che emerge dal ‘Global Dashboard for Covid-19 Vaccine Equity’, iniziativa congiunta che combina in tempo reale le informazioni sulla vaccinazione con i dati socioeconomici per illustrare perché accelerare l’equità vaccinale non è fondamentale solo per salvare vite umane, ma anche per guidare una ripresa più rapida ed equa dalla pandemia.

I Paesi a basso reddito “hanno bisogno di un accesso tempestivo a vaccini a prezzi sostenibili e di un sostegno finanziario”, è la conclusione dei promotori dell’iniziativa. Un prezzo elevato per dose di vaccino Covid rispetto ad altri vaccini, aggiunto ai costi di consegna e all’aumento del personale sanitario necessario, potrebbe mettere a dura prova fragili sistemi sanitari e minare anche l’immunizzazione di routine col rischio di picchi in altre malattie come morbillo, polmonite e così via.

“L’iniquità dei vaccini è il più grande ostacolo per porre fine a questa pandemia – incalza il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – Dal punto di vista economico, epidemiologico e morale, è nell’interesse di tutti i Paesi rendere disponibili a tutti i vaccini salvavita”.

Invece “in alcune realtà a basso e medio reddito meno dell’1% della popolazione è vaccinato e questo sta contribuendo a un doppio binario nella ripresa dalla pandemia – avverte l’amministratore di Undp, Achim Steiner – È tempo di un’azione rapida e collettiva”. Il nuovo Dashboard prevede che i Paesi più ricchi, che si vaccinano più rapidamente, altrettanto più velocemente si riprendono da un punto di vista economico, mentre i Paesi più poveri, che non sono nemmeno stati in grado di vaccinare i loro operatori sanitari e la popolazione più a rischio, potrebbero non tornare ai livelli di crescita pre-Covid fino al 2024.

Nel frattempo, Delta e altre varianti di Sars-CoV-2 stanno portando alcuni Stati a ripristinare rigorose misure sociali di sanità pubblica. “Ciò sta ulteriormente aggravando l’impatto sociale, economico e sanitario, soprattutto per le persone più vulnerabili ed emarginate”, avvertono gli esperti.

Il messaggio è che “l’iniquità dei vaccini minaccia tutti e rischia di invertire i progressi ottenuti con fatica sugli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Colmare il divario vaccinale “è necessario – conclude Thomas Hale, della Blavatnik School of Government, università di Oxford -. Il Dashboard può aiutare ad aumentare e accelerare la consegna globale dei vaccini fornendo informazioni accurate e aggiornate non solo su quanti ne sono stati somministrati, ma anche sulle politiche e sui meccanismi attraverso i quali li portiamo”.