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Università: Istat, lauree mediche e farmaceutiche prime per tasso occupazione

Roma, 22 lug. (Adnkronos Salute) – La scelta della facoltà universitaria fa la differenza nel trovare un posto di lavoro. Lo testimonia il rapporto Istat sui livelli di Istruzione e occupazionali in Italia 2019, dal quale emerge che lo scorso anno il tasso di occupazione della popolazione laureata ha raggiunto il livello più alto per l’area medico-sanitaria e farmaceutica (86,8%), seguita da lauree nell’ambito scientifico e tecnologico, le cosiddette ‘Stem’ (83,6%), quelle dell’area socio-economica e giuridica (81,2%) e infine i titoli dell’area umanistica e servizi (76,7%).

Questa associazione tra ritorni occupazionali e ambiti disciplinari è indipendente dal genere e dalla ripartizione geografica. Tuttavia, le differenze nei tassi di occupazione tra le lauree medico-farmaceutiche, Stem e socio-economiche sono più contenute tra gli uomini e nel Centro-nord, mentre per le donne e nel Mezzogiorno, i tassi di occupazione delle lauree nell’area medico-sanitaria e farmaceutica sono decisamente più elevati di quelli degli altri ambiti disciplinari. D’altronde, le opportunità occupazionali risentono del tessuto produttivo che caratterizza l’area geografica di residenza; nel Mezzogiorno, la concentrazione industriale e di impresa è bassa e risulta ridotta anche la domanda di lavoro verso skills tecnico-scientifici.

Infine, il divario di genere nei ritorni occupazionali, a sfavore delle donne, rimane elevato e anche per i corsi a maggiore occupabilità tra quelli Stem; come ad esempio ingegneria e architettura.