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Tumori: ‘in ritardo ripresa screening seno’, allarme medici e associazioni

Milano, 28 mag. (Adnkronos Salute) – “La diagnosi precoce del tumore al seno non deve più aspettare”. Associazioni pazienti e società scientifiche lanciano un allarme sui “ritardi nella ripresa delle attività di screening” e rivolgono un doppio appello alle Istituzioni e alle donne: “Non si perda ulteriore tempo prezioso. Un intervallo prolungato tra la mammografia di screening, la conferma diagnostica e l’inizio delle terapie rischia di peggiorare la prognosi”, avvertono.

A firmare il messaggio congiunto sono Europa Donna Italia, Incontra donna Onlus, Associazione nazionale donne operate al seno (Andos) Onlus, Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo), Gruppo italiano screening mammografico (Gisma), Sezione Senologia della Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm), Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Associazione italiana tecnici di radiologia senologica (Aiters) e Senonetwork. “Anche se Covid-19 ha catalizzato l’attenzione di tutti negli ultimi mesi, non bisogna dimenticare che esistono altre patologie non meno pericolose per la vita”, ammoniscono.

“L’anticipazione diagnostica del tumore al seno – affermano – è la prima strategia per ottenere le maggiori probabilità di guarigione: se si vuole salvaguardare la sopravvivenza delle oltre 53.500 donne che ogni anno si ammalano in Italia, lo screening mammografico e le attività della diagnostica senologica devono riprendere al più presto a pieno regime su tutto il territorio nazionale”.

Alle Istituzioni nazionali e regionali i firmatari dell’appello ricordano che “lo screening, in quanto parte dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), deve essere riattivato tempestivamente e in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Alle Regioni si chiede, in linea con le raccomandazioni dell’Osservatorio nazionale screening, di ripristinare ovunque lo screening mammografico al più presto, almeno entro l’estate, e la regolare attività dei centri di diagnostica senologica clinica; garantire la sicurezza delle donne e degli operatori sanitari, anche riorganizzando le attività con gli adeguati distanziamenti temporali e spaziali, e sempre all’interno di strutture di radiologia senologica con adeguati standard di qualità; stabilire le priorità in base ai livelli di rischio individuale e all’invio già effettuato della lettera di invito; informare le donne con una adeguata campagna di comunicazione”.

Mentre “al ministero della Salute si chiede di vigilare affinché l’accesso a questo Lea sia garantito a tutte le donne residenti sul territorio nazionale, e di collaborare con le Regioni affinché lo screening mammografico riprenda rapidamente, nel rispetto degli standard di qualità e sicurezza e dei requisiti organizzativi, strutturali e di personale previsti dalla normativa nazionale”.

Associazioni pazienti e società scientifiche esortano anche le donne: “Siate consapevoli che ritardare le diagnosi può portare serie conseguenze per la vostra salute”. I firmatari della nota congiunta evidenziano che “la diagnosi precoce è un diritto di tutte le donne e può salvare la vita. Tutte possono rivolgersi con fiducia ai Centri di senologia di riferimento in cui si svolgono i programmi di screening e dove sono stati attivati protocolli specifici per la protezione dal contagio da Covid-19. Non si può più aspettare, il tumore al seno si batte sul tempo”.

Per questo “alle donne raccomandiamo di richiedere una mammografia di screening al più presto se non hanno risposto all’invito, spontaneamente o a causa della sospensione dell’attività di screening, possibilmente entro 3 mesi dalla data del controllo non eseguito; di confermare l’appuntamento o di chiederne uno nuovo, se avevano o hanno un appuntamento programmato o da programmare per approfondimento diagnostico; di richiedere subito, tramite impegnativa rilasciata dal proprio medico di medicina generale, un accertamento radiologico e diagnostico se hanno sintomi di un possibile tumore (nodulo palpabile, retrazione della cute o del capezzolo, pelle a buccia d’arancia, secrezione dal capezzolo); di richiedere una mammografia entro 1 anno e 3 mesi dal precedente controllo se, a conclusione delle terapie per un precedente tumore al seno, sono state inserite in un programma di follow-up”.