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Tumori del fegato e infiammazioni intestinali: due studi pisani riconosciuti in Europa

Al recente Congresso Europeo di Gastroenterologia (UEGW), il XIX, svoltosi a Stoccolma nei giorni scorsi, l´Unità operativa di Gastroenterologia e malattie del ricambio dell´Aoup diretta dal Dr. Giampaolo Bresci ha presentato due studi: il primo di essi (Long-term by using sorafenib in advanced-stage hepatocellular carcinoma under daily practice conditions), riguardante il trattamento di tumore primitivo del fegato in stadio avanzato con il farmaco antiangiogenetico sorafenib, ha dimostrato come la innovativa "ramp-up strategy" (400 mg. al giorno di sorafenib con possibile incremento a 600 e successivamente a 800 mg. al giorno) possa migliorare la tollerabilità e l´aderenza alla terapia dei pazienti, rispetto alla schedula fissa (800 mg. al giorno dall´inizio), favorendo la somministrazione del farmaco per un più lungo periodo: ciò migliora l´efficacia del farmaco stesso, riduce l´insorgenza e l´entità degli effetti collaterali con miglioramento della risposta alla terapia e dei tempi di sopravvivenza. Il lavoro, presentato dal dr. Rodolfo Sacco e svolto con la preziosa collaborazione dell´Unità operativa di Radiodiagnostica 1 universitaria diretta dal Prof. Carlo Bartolozzi, e´ stato selezionato come Top Study dalla commissione scientifica dell´UEGW. Il secondo lavoro ha riguardato l´impiego della granulocitoaferesi nelle malattie infiammatorie croniche dell´intestino (Therapeutic efficacy of granulocytapheris in inflammatory bowel disease: a prospective observational study). L´esperienza pisana, presentata sempre dal dr. Sacco, è stata riconosciuta non solo la maggiore in Italia, ma anche tra le prime a livello europeo. Un risultato reso possibile stavolta grazie alla collaborazione tra la Gastroenterologia ospedaliera e l´Unità operativa di Immunoematologia diretta dal dr. Fabrizio Scatena.