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Tumori: Airc, ‘parte maratona Rai, raccolta fondi ma anche informazione’

Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) – “Nell’arco di 26 anni di collaborazione tra la Rai e l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) abbiamo raccolto oltre 120 milioni di euro che finanziano progetti particolarmente innovativi e importanti. Ma questa campagna non riguarda solo la raccolta fondi, che pure è importantissima, ma riguarda anche la divulgazione, l’informazione al pubblico sui temi della prevenzione e la cura dei tumori. Credo che questo sia un importante esempio di servizio pubblico”. Lo ha detto Andrea Sironi, presidente di Fondazione Airc, nel corso della presentazione della maratona Rai – una tradizione ormai di oltre un quarto secolo – che prenderà il via domenica 31 ottobre per concludersi domenica 7 novembre.

Negli 8 giorni della campagna programmi tv, testate giornalistiche, radio, piattaforma digitale RaiPlay e social racconteranno le storie dei protagonisti della ricerca. Ai conduttori è affidato il compito di coinvolgere il pubblico, raccontando i progressi della ricerca e invitando il pubblico a donare. “E’ importante ricordare che Airc – ha continuato Sironi – è impegnata nel finanziamento della ricerca ma anche in attività di divulgazione nelle scuole, sui social media ecc”.

“Il contributo che dà Airc alla ricerca italiana – ha detto Alessia Ciarrocchi, ricercatrice Airc presso Ausl-Irccs di Reggio Emilia – è fondamentale per diversi motivi. Il primo è che Airc ha ancora il coraggio di scommettere sulle idee nuove. Dietro ogni innovazione che arriva ad incidere sulla vita dei pazienti ci sono anni di studi precedenti che hanno permesso di capire la base dei meccanismi. Ma la ricerca di base a volte fa paura perché non sempre dà risultati, può portare a vicoli ciechi. E’ una ricerca, quindi, su cui scommettere, è difficile, ma che Airc sostiene. E lo fa con convinzione”.

Per spiegare l’importanza di questi studi, Ciarrocchi ricorda che “siamo riusciti, nel corso della pandemia, a realizzare nell’arco di pochissimo tempo, i vaccini anti Covid. Cosa che non era mai stata possibile. E lo abbiamo fatto non perché i ricercatori sono diventati più bravi con l’emergenza, ma perché alle spalle di quel lavoro c’era tantissima ricerca di base. Se non avessimo fatto tutta quella ricerca di base non sarebbe stato possibile. Per questo la ricerca ha bisogno di un investimento continuo”, conclude Ciarrocchi ricordando, attraverso la sua esperienza personale, che l’Airc permette “ai ricercatori italiani di rimanere a lavorare nei laboratori italiani”.