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Traumi del polso: si affinano le tecniche chirurgiche

Le parole che guidano i chirurghi in sala operatoria dopo un trauma della mano e del polso sono “riparazione, ricostruzione e salvataggio” perché solo così questi importanti organi potranno recuperare la mobilità perduta e la loro importante funzione.

Il trattamento chirurgico a seguito di traumi che coinvolgono il “carpo”, quella complessa parte anatomica che collega il polso alla mano e ne consente le sue importanti funzioni, è tra i più impegnativi: occorre agire, infatti, su un intricato sistema legamentoso che tiene unite tra loro le piccole ma importanti ossa carpali il cui recupero funzionale coinvolge tutto l’arto superiore.

Proprio sull’avanzamento delle tecniche chirurgiche per affrontare i traumi del carpo e i loro esiti si confronteranno venerdì prossimo (3 febbraio) al Centro di Riabilitazione “Don Carlo Gnocchi” –Firenze-Scandicci- i chirurghi e gli specialisti ortopedici e della mano provenienti da tutta Italia.

Dopo lo scafoide (2015) e il radio distale (2016), l’argomento di quest’anno sarà il “carpo”.

L’evento dal titolo “Il Carpo: traumi ed esiti” è stato promosso e realizzato dalla struttura organizzativa di Chirurgia della mano, dell’area fiorentina diretta dal dottor Andrea Vitali, insieme ai suoi collaboratori i dottori Giancarlo Caruso, Laura Martini e Lorenzo Preziuso.

L’équipe fa parte del dipartimento chirurgico diretto dal dottor Stefano Michelagnoli.

Nel miglioramento dei trattamenti hanno contribuito scoperte sempre più interessanti, sia sulla patofisiologia che sulla cinematica, di questa delicata regione anatomica. Conseguentemente c’è bisogno di tecniche operatorie sempre più sofisticate.

Al Convegno di venerdì saranno messe a confronto le attuali esperienze condotte nelle sale operatorie italiane dei maggiori centri di chirurgia della mano. Una sessione poi sarà dedicata alle “buone pratiche” con la ricerca di un consenso su determinati trattamenti come peraltro auspicato da recenti provvedimenti legislativi.