Vai al contenuto

Thyrolin, migliore alleato per la tiroide

Questa piccola ghiandola endocrina, è situata nella parte anteriore del collo ed è composta da due lobi, rispettivamente uno a sinistra ed uno a destra che sono uniti tra loro da un istmo. Solitamente il peso in un paziente adulto si aggira intorno ai 20 g. Questa ghiandola è in grado di produrre ormoni: triiodiotironina, tiroxina e calcitonina.

Le funzioni principali

La tiroide controlla molte delle funzioni del nostro corpo attraverso gli ormoni tiroidei T4 e T3: influenza la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo. Tramite la calcitonina, la tiroide controlla il livello di calcio nel sangue, funzione essenziale per evitare spasmi muscolari o malfunzionamenti nell’attività elettrica del cuore. Per produrre gli ormoni tiroidei è essenziale lo iodio, una sostanza che il nostro organismo assume con la dieta e che abbonda nelle acque delle zone marine. L’apporto indispensabile di iodio è stimato in 150 microgrammi/giorno. La tiroide viene stimolata a produrre T3 e T4 dall’ormone tireostimolante (TSH) prodotto dall’ipofisi, una ghiandola posta all’interno del cranio che controlla tutte le ghiandole dell’organismo.

I problemi della tiroide

Immagine che mostra i sintomi dell’ipertiroidismo. Nel mondo ci sono più di 300 milioni di persone che hanno dei disturbi della tiroide, e oltre la metà di questi sembra non esserne consapevole. Per quanto riguarda la situazione italiana, le patologie legate alla tiroide sono riscontrate circa in 1 persona su 10. Il dato più interessante è che queste disfunzioni colpiscono soprattutto le donne: infatti esse sono 10 volte più frequenti tra le pazienti femminili rispetto a quelli maschili.

Le due categorie patologiche

Ipertiroidismo, se la tiroide produce troppo ormone tiroideo. L’ipertiroidismo causa una serie di sintomi come nervosismo e ansia, iperattività, perdita di peso, aumento dei battiti cardiaci. La causa più comune di ipertiroidismo è il morbo di Basedow-Graves, una malattia autoimmune; Ipotiroidismo, se la produzione di ormone tiroideo è insufficiente. L’ipotiroidismo non trattato può causare una serie di problemi, quali obesità, infertilità e problemi cardiologici. Questa patologia è più frequente nella popolazione occidentale; la forma più frequente nelle aree a sufficiente apporto iodico è la Tiroidite di Hashimoto, che colpisce soprattutto la popolazione tra i 30 e i 60 anni.

Le patologie

Nella tiroide, inoltre, si possono formare dei noduli, cioè piccole formazioni solide o piene di liquido. I noduli tiroidei sono tra le patologie endocrine più frequenti e spesso non sono nemmeno gravi; di solito vengono scoperti in modo casuale. Un’altra malattia che può interessare la tiroide è il gozzo, cioè un aumento del volume della ghiandola. Le dimensioni di un gozzo tiroideo possono variare da persona a persona; nella maggior parte dei casi il gozzo è piccolo e non dà alcun sintomo, ma può aumentare in modo significativo con disturbi alla respirazione e alla deglutizione. Nella tiroide, anche se raramente, si possono sviluppare tumori, dovuti alla crescita anomala di un gruppo di cellule oggetto di mutazioni. Infine, la tiroide può infiammarsi e dare una tiroidite. Le tiroiditi possono portare a livelli alti, bassi o normali di ormone tiroideo nel sangue e possono essere di diverso tipo: vi sono tiroiditi di origine autoimmune (Tiroidite di Hashimoto), virale (Tiroidite di De Quervain) e batterica (Tiroidite acuta).

I dati numerici

In base alle stime le donne sono colpite dalle malattie tiroidee in misura da 5 alle 8 volte superiore agli uomini. Nella popolazione la presenza dell’ipotiroidismo subclinico, senza segni e sintomi, è del 5% negli adulti, mentre l’ipotiroidismo manifesto varia tra 0,1-2%. Uno studio americano che ha esaminato più di 13.000 soggetti senza patologia tiroidea nota, ha evidenziato un ipotiroidismo subclinico nel 4,3% e manifesto nello 0,3% dei soggetti; inoltre, l’1,3% dei soggetti è risultato ipertiroideo.

I fattori scatenanti

I principali fattori di rischio per lo sviluppo di una patologia tiroidea sono:
– l’età superiore ai 50 anni;
– la presenza di familiari con malattie tiroidee o l’aver sofferto di patologie tiroidee in passato (soprattutto in gravidanza);
– l’essere fumatori o ex fumatori, fattore che aumenta il rischio di sviluppare una malattia tiroidea autoimmune;
– l’assunzione di alcuni farmaci, come litio, amiodarone, immunosoppressori e interferone, o altri trattamenti particolari;
– l’assunzione di poco iodio con la dieta o, al contrario, l’uso eccessivo di integratori a base di iodio;
– l’esposizione a radiazioni, che rappresenta un fattore di rischio importante per lo sviluppo di tumore alla tiroide.

Quanto è importante la prevenzione?

Per prevenire la gran parte dei problemi tiroidei è sufficiente assumere iodio con il cibo in quantità sufficiente; il modo migliore per integrare lo iodio con la dieta è assumere sale iodato. La somministrazione abituale di sale iodato consente di raggiungere la quota minima giornaliera necessaria, poiché il sale iodato contiene circa trenta volte la quantità di iodio presente in quello essiccato.

La tiroide durante la gravidanza

Durante la gravidanza il fabbisogno di iodio aumenta, passando da 100-150 microgrammi al giorno a circa 200-250 microgrammi giornalieri. Anche durante l’allattamento è necessario mantenere elevata la quantità di iodio ingerita con la dieta per fornire un’adeguata quantità di iodio al neonato e assicurargli una normale funzione tiroidea. Il pesce di mare è tra gli alimenti più ricchi di iodio: le concentrazioni più elevate di iodio si hanno nei crostacei, con oltre 300 milligrammi per 100 g. Concentrazioni di iodio molto più basse si hanno negli altri alimenti, con valori medi pari a 8 milligrammi per 100 g nelle uova, 5 milligrammi per 100 g nella carne e nel latte e 3 milligrammi per 100 g nel pesce d’acqua dolce. Lo iodio introdotto con gli alimenti non basta per il fabbisogno giornaliero, il ricorso al sale iodato è una integrazione sempre necessaria.

Diabete e tiroide, i nessi

In caso di malfunzionamento della tiroide ci sono seri rischi di contrarre il diabete di tipo 2: chi non ha problemi di metabolismo degli zuccheri ha il 13% di probabilità di ammalarsi mentre chi già ha la glicemia al limite vede il rischio salire al 40%. Lo ha accertato uno studio olandese – il Rotterdam Study – presentato al congresso della Società di endocrinologia statunitense il quale ha invitato a sottoporre a uno screening degli ormoni tiroidei tutti i pazienti con pre-diabete. Lo studio, infatti, ha coinvolto in Olanda, quasi 8.500 persone, tutte sopra i 45 anni (di 65 anni la media dei volontari che vi si sono sottoposti), le quali sono state sottoposte a un esame del sangue per misurare la glicemia e gli ormoni tiroidei, con ripetizione del test dopo due o tre anni, nell’arco di otto anni. Quindi, per ogni soggetto vi erano a disposizione quattro esiti. Durante la ricerca 1.100 persone hanno sviluppato un pre-diabete, mentre a 798 partecipanti all’indagine è stato diagnosticato un diabete vero e proprio. Il 13% di coloro che avevano livelli di glicemia normali ma una ridotta funzione tiroidea hanno sviluppato il diabete, ma soprattutto la probabilità di diabete conclamato ha colto il 40% di coloro che avevano un leggero deficit degli ormoni tiroidei. Il professore Chaker, coordinatore dell’indagine dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ha dichiarato «la tiroide e i suoi ormoni sono fondamentali per la regolazione del metabolismo. L’ipotiroidismo favorisce l’incremento di peso e già, in passato, avevamo riscontrato un legame fra la carenza di ormoni tiroidei e una ridotta sensibilità all’insulina, coinvolta anch’essa nello sviluppo del diabete. I nostri dati mostrano che anche chi ha ormoni vicini alla normalità è a più alto rischio che la malattia si manifesti. Per questo riteniamo opportuno sottoporre a screening per dosare gli ormoni tiroidei tutti i soggetti con pre-diabete».

Thyrolin, per la salute della tiroide

Thyrolin è una scelta eccellente per le persone in cerca di un adeguato sostegno alla salute della tiroide. Contiene una composizione estremamente efficace, naturale e sicura da usare. Il prodotto aiuta anche ad alleviare i sintomi comuni associati alle malattie della tiroide. Si consiglia di assumere 2 capsule al giorno tra i pasti. Il prodotto va ingerito bevendo circa 300 ml di acqua. La composizione dell’integratore Thyrolin contiene delle sostanze che agiscono sulla salute della tiroide, del sistema nervoso e che favoriscono la perdita di peso. Il prodotto può essere utilizzato da uomini e donne. Nel caso di malattie della tiroide, si raccomanda di informare il medico sull’uso di questo integratore. Thyrolin consente di osservare i primi effetti già dopo alcune settimane di utilizzo. L’utilizzo di Thyrolin è completamente sicuro. La formula è stata elaborata in modo da essere ben tollerata anche da persone con una elevata sensibilità. Il prodotto contiene selenio Selenium Select®, caratterizzato da un’elevata sicurezza nell’utilizzo. E’ efficace nell’uso anche per persone sane che vogliono prevenire problemi alla tiroide, ad esempio a causa della storia delle malattie occorse in famiglia.

 

Thyrolin