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Successo per l’anestesiologia italiana ed europea

Ventilare “gentilmente” il polmone permette di ridurre le complicanze postoperatorie

 images (1)Paolo Pelosi, dell’Università di Genova e responsabile del Comitato di Produzione e Ricerca Scientifica (CPRS) della Società Italiana di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) è stato l’autore principale dello studio, insieme a Sabrine Hemmes e Marcus Schultz dell’Academic Medical Center dell’Università di Amsterdam, a Marcelo Gama de Abreu dell’Università di Dresda, in rappresentanza dei ricercatori del PROVE network e del Clinical Trial Network della European Society of Anaesthesiology (ESA). Al successo della ricerca, appena pubblicata sull’’autorevole rivista scientifica, hanno contribuito anche numerosi anestesisti-rianimatori italiani che figurano nella lista dei co-investigatori. Tra gli studi clinici randomizzati che hanno investigato gli effetti della ventilazione meccanica durante anestesia generale e chirurgia maggiore sulle complicanze postoperatorie, solo IMPROVE nel 2013 e PROVHILO nel 2014 sono stati pubblicati sulle due riviste più prestigiose nel campo della Medicina e Chirurgia: il New England Journal of Medicine e The Lancet

“Lo studio PROVHILO –  afferma Paolo Pelosi – dovrebbe stimolare lo sviluppo e la stesura di linee guida interne nei vari ospedali a livello regionale e nazionale riguardo alla ventilazione meccanica intraoperatoria, la identificazione dei pazienti a rischio e il monitoraggio clinico delle complicanze polmonari postoperatorie. L’ anestesia generale – spiega Paolo Pelosi – si associa a importanti alterazioni della funzione respiratoria e, in particolare, a una riduzione del volume polmonare. La ventilazione meccanica con i volumi correnti utilizzati normalmente in sala operatoria (9-10 ml/Kg Peso Corporeo Predetto) potrebbe indurre una iniziale lesione polmonare che favorirebbe possibili complicanze respiratorie nel periodo post-operatorio. Il nuovo studio – prosegue lo studioso – definisce gli effetti della applicazione di differenti livelli di pressione positiva di fine espirazione (PEEP) e reclutamento alveolare durante ventilazione meccanica con volume corrente protettivo (7 ml/Kg di Peso Corporeo Predetto) in corso di chirurgia addominale sulla insorgenza delle complicanze polmonari postoperatorie in pazienti ad elevato rischio. 

Per lo studio – illustra Paolo Pelosi – sono stati arruolati 900 pazienti a elevato rischio di sviluppare complicanze polmonari postoperatorie e sottoposti a chirurgia addominale aperta (60% dei quali sottoposti a chirurgia oncologica) e siamo riusciti a dimostrare che la riduzione del volume corrente durante ventilazione protettiva ha un ruolo predominante per ridurre le complicanze polmonari postoperatorie rispetto all’uso di una PEEP più elevata associata a manovre di reclutamento. I risultati di PROVHILO – asserisce il principale autore dello studio pubblicato in questi giorni su The Lancet – sono fondamentali dal punto di vista clinico in quanto definiscono una strategia respiratoria durante l’anestesia generale finalizzata a ventilare “”gentilmente”” ed in modo protettivo i polmoni. Una ventilazione protettiva durante l’anestesia generale ridurrebbe le complicanze polmonari postoperatorie di circa il 30%; i giorni di degenza in ospedale dei pazienti a rischio (da 13-14 a 10-11 giorni); la probabilità di ricovero in terapia intensiva dal 30-35% al 20-25%, con una diminuzione significativa dei costi totali di degenza. In un ospedale con circa 1400 posti letto, l’adozione della ventilazione protettiva potrebbe far risparmiare da 1.400.000 a 2.000.000 di euro all’anno.  PROVHILO –  sottolinea il docente genovese – è stato un successo per la Anestesiologia italiana ed europea e confidiamo che rappresenti solo un primo passo verso una larga collaborazione scientifica internazionale che permetta di realizzare studi che includano vaste popolazioni di pazienti e finalizzati alla identificazione delle migliori strategie anestesiologiche atte a migliorare la prognosi dei pazienti sottoposti a chirurgia generale, in accordo alla ““medicina basata sulle evidenze”.

 Inoltre, tale studio dimostra come la combinazione di ricerca e clinica applicata permetta di ottenere importanti risultati con ricadute pratiche estremamente importanti finalizzate al miglioramento della organizzazione terapeutica e del trattamento dei pazienti. Ci auguriamo – conclude Paolo Pelosi – che questo nuovo successo scientifico della Anestesiologia, e in particolare dell’Anestesia, stimoli una sempre maggiore attenzione e considerazione delle iniziative, dei risultati clinici e scientifici della SIAARTI, e promuova maggiore interesse agli aspetti scientifici e di ricerca nella Anestesia da parte di tutti i colleghi, in particolare quelli più giovani. PROVHILO dimostra che con passione e dedizione è possibile ottenere risultati scientifici importanti anche nel campo della Anestesia e della ventilazione meccanica intraoperatoria”. 

(1*)The Lancet, Early Online Publication, 1 June 2014; doi:10.1016/S0140-6736(14)60416-5