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Simeu, vademecum emergenza e ‘bandiere rosse’ in Pronto soccorso

Roma, 26 mar. (Adnkronos Salute) – Dieci ‘bandiere rosse’, ovvero segnali d’allarme da tenere d’occhio, spia del livello di operatività dei pronto soccorso alle prese con l’emergenza Covid-19. Simeu, Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza, in collaborazione con Fenice, Gruppo italiano per la Ricerca clinica in Medicina d’Urgenza, ha pubblicato e messo a disposizione sul suo sito una serie di informazioni pratiche sulla gestione dei pazienti Covid19, sulla base dell’esperienza raccolta sul campo in queste settimane e attualmente in corso. Una guida clinica e organizzativa, sotto forma di decaloghi, per “mettere ordine nella prassi della gestione di un’emergenza mai vista prima nei nostri ospedali”.

Nel testo vengono analizzate le situazioni da evitare e gli interventi da mettere in atto, i segnali positivi manifestati dai pazienti in miglioramento e i segnali d’allarme di una situazione clinica in peggioramento su cui intervenire prontamente.

Ecco le 10 bandiere rosse, elementi che non devono mancare assolutamente o situazioni che non devono verificarsi nei pronto soccorso: 1) Esaurimento delle barelle in Pronto soccorso; 2) Esaurimento dei posti letto per ricovero in Terapia intensiva; 3) Esaurimento dei posti letto per ricovero in reparto; 4) Esaurimento o non adeguato rifornimento dei presidi di ventilazione; 5) Esaurimento o non adeguato rifornimento dei presidi sanitari (siringhe Ega, farmaci, ecc); 6) Esaurimento delle forniture di ossigeno; 7) Mancanza di una chiara catena di comando; 8) Mancanza di informazioni o di disposizioni dalle Unità di crisi; 9) Proliferare di differenti protocolli terapeutici nella stessa struttura sanitaria; 10) Incremento numerico degli operatori sanitari sintomatici per problematiche fisiche o psicologiche.

“Le 10 bandiere rosse – commenta Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu – sono le cose che non devono mancare assolutamente nelle nostre strutture o le situazioni che non devono verificarsi. Ma sempre più spesso negli ultimi giorni medici e infermieri dell’emergenza stanno lavorando accanto ai malati in carenza di presidi di protezione sanitaria. Se cadono medici e infermieri dell’emergenza – conclude – crolla uno dei principali filtri per contenere il contagio”.