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Sigarette elettroniche: i liquidi contenuti non sono dannosi

Studio dell’Università Federico II di Napoli. Secondo Arista Laboratories, invece, con le e-cigs si aspira un terzo della nicotina

Certo, ci vorranno altre ricerche per sciogliere definitivamente ogni dubbio, ma lo studio presentato ieri a Napoli dall’Università Federico II rappresenta una prima vittoria per i consumatori di sigarette elettroniche e naturalmente per i produttori e distributori rappresentati a livello mondiale da Ovale. Dalla ricerca della Federico II, in pratica, è emerso che “le sostanze contenute nei liquidi” delle sigarette elettoniche (Ovale) non sono dannose.

Marco Trifuoggi, docente di chimica analitica, ha spiegato che le analisi sono state effettuate per verificare la presenza di quantità tangibili di metalli come l’arsenico, il manganese, il cromo o il piombo. Una presenza, ha detto il docente, che “può essere esclusa fino ai limiti di rilevabilità strumentale e soprattutto, fino ai limiti di rilevabilità compatibili con normali prodotti per questo uso“.

Ma le sigarette elettroniche incassano un altro punto a favore: la quantità di nicotina aspirata con le e-cigs è pari a un terzo di quella assorbita con le “bionde” tradizionali. E’ il dato presentato, sempre a Napoli, da uno studio americano di Arista Laboratories. Secondo la ricerca, anche aspirando per dieci volte la sigaretta elettronica “più potente” (quella con la maggiore concentrazione di nicotina e con la maggiore capacità di erogazione), si arriva a  ingerire 0,3 mg di nicotina per ml, mentre con la sigaretta tradizionale il contenuto di nicotina raggiunge 0,9 mg per ml. La legge stabilisce che il limite massimo può raggiungere 1 mg per ml.

Ma la battaglia sulla vendita delle sigarette elettroniche si concentra anche sul piano fiscale. Sull’argomento è intervenuto il presidente nazionale di Adiconsum, Pietro Giordano. “Risulta ormai sempre più incomprensibile  – ha detto – la scelta del Governo di equiparare il regime fiscale delle e – cigs a quello delle sigarette tradizionali, tassando il vapore, e tutti i suoi accessori, del 58,5%. Una scelta assurda che vorrebbe condannare alla chiusura uno dei pochi settori che hanno creato occupazione e sviluppo in questi mesi di profonda crisi economica“. Intanto, sei rivenditori di sigarette elettroniche hanno avviato lo sciopero della fame davanti a Montecitorio proprio per protestare contro il nuovo regime fiscale che penalizza il settore.