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Sei motivi per cui la chirurgia plastica non deve spaventare

pobraneNegli Usa 9 donne su 10 vorrebbero cambiare una parte del proprio corpo, ma solo 2 lo fanno. Anche in Italia numerosi i timori, spesso infondati. «Un intervento estetico dev’essere un bel regalo per se stessi, non un trauma». I chirurghi Raffaele Rauso e Pierfrancesco Bove del network ChirurgiadellaBellezza spiegano come riuscirci

 C’è chi ha paura di sentire dolore o dell’anestesia generale, chi teme un risultato “finto” o le complicazioni dell’intervento, chi rinuncia perché non vuole assentarsi troppo tempo dal lavoro e chi invece si fa intimorire dal costo. In molti vorrebbero cedere alla tentazione del ritocchino, ma sono trattenuti da paure radicate, difficili da superare, che frenano il paziente ancora prima di fare una visita con il chirurgo plastico.

«Secondo un sondaggio realizzato nei mesi scorsi dal sito internet statunitense RealSelf, l’87% delle donne americane è scontenta di almeno una parte del proprio corpo, ma solo 2 su 10 stanno programmando un intervento di chirurgia o medicina estetica. Le altre rinunciano per preoccupazioni comprensibili e naturali, persino giuste, perché è sempre bene ricordare che non si va dal chirurgo plastico come si va dall’estetista. Un intervento di chirurgia estetica dovrebbe essere un bel regalo che ci si fa, non un trauma.E il medico, oltre al risultato perfetto, deve avere a cuore anche il comfort del paziente». Parola di Pierfrancesco Bove e Raffaele Rauso,chirurghi estetici del network ChirurgiadellaBellezza (www.chiurgiadellabellezza.it), la cui filosofia è far sì che i pazienti vivano l’esperienza prima, durante e dopo la sala operatoria in modo positivo.

Molti dei timori più diffusi, tuttavia, sono infondati in quanto i progressi fatti nel settore, e gli accorgimenti introdotti da alcuni professionisti, hanno permesso di superarli. «Come ChirurgiadellaBellezza abbiamo messo a punto un protocollo, che applichiamo in tutte le sedi in Italia dove operiamo, per garantire ai pazienti il miglior risultato con i minori disagi possibili per i pazienti – afferma il chirurgo plastico Pierfrancesco Bove –. Abbiamo un’equipe fissa, sempre guidata da me e dal mio collega Rauso, che è composta da anestesisti, infermieri e personal assistant. Questo ci permette di poter contare su un team affiatato e affidabile proprio per garantire il miglior risultato con il minor disagio per il paziente».

Una delle ansie maggiori è legata all’anestesia generale: «Molti pazienti la temono, hanno paura di non svegliarsi e delle conseguenze – dice Bove –. La scelta della ChirurgiadellaBellezza è di utilizzare preferibilmente la sedazione, abbinata all’anestesia locale, e di riservare l’anestesia generale solo ad alcuni casi. Questo per molti motivi: non si viene intubati, si esegue in day surgery, la ripresa post operatoria è rapida ed è rapido anche il tempo di recupero per tornare alle normali attività».

Il ricorso alla sedazione permette anche di risolvere un altro timore, quello del dolore: «Grazie all’anestesia locale la terapia antalgica comincia subito. Così il paziente esce dalla sala operatoria sveglio e senza provare dolore» aggiunge Raffaele Rauso.

Un altro vantaggio è che, con questa procedura, si riducono i tempi del post operatorio: «Assentarsi dal lavoro o dalla vita sociale per diverse settimane è un problema per molti – spiegano ancora i medici -. Per questo nei nostri interventi abbiamo adottato dei protocolli che garantiscono una rapida ripresa delle normali abitudini. Per esempio in alcuni interventi, come blefaroplastiche o rinoplastiche, utilizziamo apparecchiature monouso che generano un campo elettromagnetico garantendo al paziente minor edema ed ecchimosi postoperatorie».

Un altro dei motivi per cui si rinuncia al ritocchino è la paura di complicazioni: «Trattandosi di un intervento chirurgico, i rischi non possono mai essere totalmente esclusi, ma possono essere ridotti con alcuni accorgimenti, primo fra tutti rivolgendosi a professionisti seri e seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico. Per questo abbiamo introdotto nella nostra équipe la personal assistant, una figura che segue il paziente da quando prende la decisione di operarsi in poi: la chiama per dare indicazioni sull’intervento e, nel post, è a disposizione per chiarire dubbi e accertarsi che segua correttamente le istruzioni».

E se i risultati non sono quelli sperati? «Molti temono di sembrare “rifatti” o di non essere soddisfatti dell’esito – dicono -. In questo, di nuovo, è fondamentale la scelta del medico. La visita preliminare deve essere accurata e deve servire sia per comprendere i desideri dei pazienti, sia per spiegare risultati, possibili complicanze, tempi e conseguenze. La nostra filosofia è quella di portare le persone a sentirsi più belle e più a loro agio con se stesse, ma sempre in modo naturale. Bisogna saper dire di no a richieste assurde o rischiose».

Ultimo tasto dolente, il prezzo troppo elevato. «Negli ultimi anni il costo medio degli interventi chirurgici si è abbassato. Anzi, spesso è stata superata anche la soglia “di sicurezza” con le offerte low cost. Noi consigliamo sempre di stare attenti ai prezzi troppo stracciati: a rischio c’è la sicurezza del paziente, per l’utilizzo di materiali scadenti o il non rispetto delle procedure standard di sicurezza. La nostra scelta è di garantire una qualità elevata e di non operare mai in ambulatori chirurgici, ma in sale operatorie con standard alti. I rischi possono essere anche gravissimi. E, in caso di intervento non riuscito, bisogna ricordare che i successivi saranno molto più complicati, di non sicuro successo e anche più costosi. Visto che in gioco c’è la salute, è bene pensarci con attenzione. E, in caso, ricorrere a finanziamenti e pagamenti a rate» concludono Rauso e Bove.