Vai al contenuto

Sbarca a Milano la chirurgia ortopedica in stile robocop

E’ il primo reparto di questo tipo negli ospedali pubblici Italiani

images (2)Inaugurato al CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) di Milano (via Bignami, 1) il nuovo reparto di ortopedia e traumatologia dedicato alla “chirurgia ortopedica computer e robot assistita”, il primo in un ospedale pubblico italiano. Il reparto è guidato dal Prof. Norberto Confalonieri, presidente dell’Associazione Internazionale di Chirurgia ortopedica Computer e robot Assistita (C.A.O.S.), nonché primo medico in Italia ad aver utilizzato la chirurgia computer assistita in ortopedia, per l’impianto delle protesi del ginocchio e dell’anca. Nel corso dell’inaugurazione sarà presentato il Robot RIO, grande innovazione tecnologica. Prodotto dalla ditta MAKO (USA), è attualmente il sistema più avanzato per l’applicazione di una protesi monocompartimentale di ginocchio.

Quest’anno, grazie alla presidenza dell’Associazione Internazionale di Chirurgia Computer e Robot Assistita (CAOS) detenuta dal Dott. Prof. Norberto Confalonieri, primario agli ICP di Milano, è nata un’intensa collaborazione con i responsabili americani, fino a portare il robot nel Presidio Ortopedico CTO, primo ospedale pubblico italiano ad usufruire di questa tecnologia. Il sistema robotico sarà utilizzato per l’applicazione delle protesi parziali di ginocchio, al fine di risolvere la sofferenza delle persone affette da artrosi compartimentale.

L’applicazione di protesi monocompartimentali, non è molto diffusa, nel mondo, proprio perché sostituire una parte dell’articolazione è, tecnicamente, più difficile rispetto alla sostituzione con protesi totali. Una sostituzione parziale richiede, infatti, una precisione maggiore, difficilmente ottenibile senza l’ausilio di strumenti computerizzati, e solo a fronte di una grande esperienza.

Questa tecnica presenta diversi vantaggi per il paziente. Innanzitutto il Robot RIO permette una precisione pressoché assoluta nel posizionamento della protesi, e ciò favorisce la buona riuscita dell’operazione. Allo stesso tempo, ciò consente di risparmiare il tessuto osseo sano e di rispettare i tessuti molli circostanti (capsula, legamenti, muscoli), grazie al minimo traumatismo della fresa di cui è dotato il braccio robotico, con la quale viene eseguito tutto l’intervento. Di conseguenza, i pazienti che si sottopongono ad operazioni di “makoplastica” di ginocchio avranno tempi di recupero molto più rapidi rispetto a quelli operati con tecniche convenzionali. Nella maggior parte dei casi, il paziente può muovere le gambe entro poche ore dall’intervento e riprendere a camminare nelle prime 24 ore. Il ritorno al lavoro e alla vita di relazione si verifica entro poche settimane. La consistente riduzione dei tempi di recupero si traduce in una degenza ospedaliera più corta e in un minor costo sociale legato anche a un più rapido ritorno alla vita normale dei pazienti.

Il sistema MAKO non serve solo per le protesi monocompartimentali, ma si caratterizza come una piattaforma che, in sala operatoria, sostituisce gli strumentari tradizionali per l’impianto di protesi dell’anca o del ginocchio. In pratica in futuro sarà sufficiente questo robot per eseguire tutti gli interventi di protesi con maggior precisione e senza la fatica che il chirurgo avverte dopo qualche ora di sala operatoria.

 Grazie all’assistenza di un robot / computer si crea un campo virtuale all’interno del quale l’arto da operare, il chirurgo e i suoi strumenti vengono registrati da un lettore di raggi infrarossi. I dati vengono quindi elaborati dal computer e sul display viene prodotto il modello da seguire per impiantare al meglio le componenti protesiche. Un’evoluzione significativa per un supporto più scientifico all’operato degli ortopedici.

 La conferenza stampa avrà luogo domattina alle ore 11.30 presso la Biblioteca della Direzione Sanitaria, nel Presidio Ospedaliero CTO. Oltre a quello del Prof. Norberto Confalonieri, sono previsti anche gli interventi di Alessandro Visconti (Direttore Generale AO ICP), Fulvio E. Odinolfi (Direttore Sanitario), Renato Facchini (Università degli Studi Milano), Gianni Pezzoli (Direttore Centro Parkinson AO ICP) e Mario Ponticello (Presidente APL- Associazione Paraplegici Lombardia).