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Sanità: Schillaci, ‘prorogare anche nel 2023 interventi su liste d’attesa’

Roma, 2 feb. (Adnkronos Salute) – Sulle liste di attesa “ricordo che nel 2022 sono state rese disponibili risorse pari a 500 milioni di euro, di cui 150 milioni di euro per consentire lo smaltimento delle liste di attesa tramite il ricorso alle strutture private accreditate. Tenuto conto che al termine dell’anno 2022 non tutte le risorse disponibili erano state utilizzate, e per consentire nel 2023 la prosecuzione delle attività già avviate, mi sono attivato affinché in fase di conversione in legge del decreto-legge numero 198 del 2022, in materia di termini legislativi, possa essere approvata la proroga anche per il 2023 di tali interventi”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo alle interrogazioni in Senato.

“L’Osservatorio nazionale delle liste d’attesa ha emanato, il 16 gennaio le ‘Linee di indirizzo relative a requisiti e monitoraggio delle sezioni dedicate ai tempi e alle liste di attesa sui siti web di Regioni, province autonome e aziende sanitarie’ – comunica il ministro – Dette Linee contengono le indicazioni per uniformare e rendere chiare e fruibili ai cittadini le informazioni sui tempi di attesa e sulle modalità di accesso alle cure, nelle quali è dato uno specifico risalto agli aspetti di trasparenza, accessibilità e fruibilità dei siti web, per qualunque tipologia di utenza. Il monitoraggio sistematico dell’adempienza agli aspetti sopra citati, è in capo alle Regioni e province autonome e al ministero della salute”.

“Tra gli impegni derivanti dal vigente Piano nazionale di governo delle liste d’attesa, monitorati dal citato Osservatorio, rientrano la definizione e l’applicazione, da parte delle Regioni, dei ‘percorsi di tutela’, ovvero l’attivazione di modalità alternative di accesso alle prestazioni, nei casi in cui ai cittadini non possa essere assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalle Regioni”, ha concluso Schillaci, ricordando che “sono già attive, in fase di prenotazione, le classi di priorità, che tengono contro dell’urgenza per l’accesso alle prestazioni ambulatoriali, così come per il ricovero, che tengono conto delle specifiche patologie e condizioni in cui versano le persone fragili, i disabili, le persone non autosufficienti e i malati oncologici gravi”.