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Sanità: Gabbrielli (Iss), ‘telemedicina? Se mal progettata è come Ferrari in garage’

Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) – “Se un sistema di telemedicina non è progettato e realizzato bene non funziona. E’ come avere una Ferrari ferma in garage”. Lo ha detto Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la telemedicina e per le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), intervenuto all’evento in streaming, organizzato dalla Federazione delle Associazioni emofilici (Fedemo) al Palazzo dell’Informazione Adnkronos di Roma, per celebrare della Giornata Mondiale dell’emofilia, in calendario ogni anno in 17 aprile. Un incontro in cui si è molto parlato della possibilità di migliorare la presa in carico dei pazienti emofilici attraverso la telemedicina, in pandemia e nel futuro in generale.

“La telemedicina – ha aggiunto Gabbrielli – va usata bene. E per usarla bene bisogna intenderla per quella che è. E’ medicina. E’ un’innovazione della medicina che usa le tecnologie digitali. Per farla bene occorre per prima cosa seguire la clinica, e non il contrario. Secondo, per progettare e realizzare un buon servizio di telemedicina, occorre partire da un’attenta analisi delle esigenze dei professionisti e dei pazienti a cui quel servizio deve essere destinato. E questo – ha spiegato -non per una questione deontologica ed etica, ma per una questione tecnica: se un sistema di telemedicina non è progettato e realizzato in questo modo, con questa filosofia, semplicemente non funziona”.

Gabrielli ha poi ricordato che “la qualità di un servizio di telemedicina influisce proprio sulla possibilità e sull’equità di accesso alle cure. Dunque se la telemedicina non viene fatta bene – ha sottolineato – anziché essere un vantaggio rischia di essere uno svantaggio soprattutto per coloro che sono più in difficoltà. Noi, oggi, abbiamo nella telemedicina una grande opportunità che dobbiamo riuscire a cogliere”, ha concluso.