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Salute: ‘Swin for Parkinson’, pazienti e medici pronti per traversata Stretto Messina

Roma, 7 set. (Adnkronos Salute) – Saranno 21 gli atleti, tra persone con il Parkinson, caregiver e neurologi, a tornare a sfidare di nuovo le acque dello Stretto di Messina, nel tratto che va da Capo Peloro a Cannitello, il prossimo 14 settembre. Quasi 3,5 chilometri di acque profonde attraversate da numerose correnti accompagneranno gli sportivi della Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus in questa staffetta dove il mare rappresenta un momento unico di condivisione tra medico e paziente. Tania Cagnotto, Massimiliano Rosolino, Federico Morlacchi, Silvia Bosurgi e i 29 atleti della Federazione italiana nuoto paralimpico italiano sono i testimonial di questa edizione.

Era il 18 luglio del 2018 quando Cecilia Ferrari attraversò per la prima volta a nuoto lo Stretto di Messina per dimostrare che la malattia non l’avrebbe mai fermata. “Le emozioni della traversata del 2018 – ricorda Francesca Morgante, neurologo della Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus – e il grande impatto positivo dell’impresa di Cecilia su altre persone con il Parkinson, ha spinto me e Cecilia a fondare la Swim for Parkinson la cui prima edizione si è tenuta il 29 luglio 2019. Il nostro obiettivo era duplice: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia di Parkinson e ispirare altre persone con il Parkinson a mettersi alla prova e superare i limiti, spesso mentali, imposti dalla malattia”.

Dopo un anno e mezzo di totale immobilità causata dalla pandemia, oggi tuffarsi nelle acque di Messina assume una valenza ancor più importante perché “il Parkinson è una malattia del movimento che si cura con il movimento – sottolinea Leonardo Lopiano, Presidente della Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus – e il nuoto tra tutti gli sport è il più completo. Per questo, a 2 anni dalla prima edizione della Swim for Parkinson vogliamo lanciare un messaggio ancora più incisivo e forte”.

“Il Parkinson è una patologia molto complessa che va affrontata analizzando diversi aspetti – evidenzia Lopiano – Lo stress è un fattore determinante, sia in fase iniziale che avanzata, e influenza la qualità della vita dei pazienti e dei caregiver (familiari e assistenti); non da meno sono i disturbi dell’affettività (ansia e depressione), il dolore e i disturbi della sfera cognitiva e autonomica. Per questo è necessario, per quanto possibile, mantenere la propria vita, i propri interessi e concentrarsi sull’attività sportiva”.