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Salute: dal ginocchio alle caviglie, i 5 punti deboli dei tennisti

Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) – Schiena, spalla, gomito, caviglia e ginocchio: sono questi cinque i ‘punti deboli’ per chi pratica tennis, tanto a livello professionistico quanto amatoriale. Il tennis è uno sport completo che mette in campo allenamento fisico e concentrazione mentale, ma può portare a sviluppare disturbi che riguardano la struttura scheletrica, in particolare colonna vertebrale e articolazioni. E’ quanto emerge da un confronto fra i maggiori esperti ortopedici di livello internazionale sulle patologie che colpiscono più di frequente il tennista, incontro promosso oggi a Roma da Ibsa farmaceutici Italia, nel corso degli Internazionali Bnl d’Italia.

“Se da una parte il tennista professionista presenta problemi di sovraccarico all’apparato scheletrico – ha spiegato Giovanni Di Giacomo, chirurgo ortopedico e responsabile medico degli Internazionali – dall’altra anche chi pratica questo sport a livello amatoriale va incontro ad alcune problematiche caratteristiche, che non si limitano al classico gomito”. Sono infatti “cinque le patologie più diffuse, che interessano altrettanti distretti del corpo: prima fra tutti la schiena, colpita da lombalgia, cervicalgia e dolore, soprattutto per la sollecitazione asimmetrica dei movimenti; poi la spalla, soggetta a sindrome da attrito o tendiniti a carico della cuffia dei rotatori, sollecitata soprattutto nel gesto del servizio; il gomito è colpito dalla classica tendinite definita ‘gomito del tennista’”.

A seguire, continua Di Giacomo, “le articolazioni di ginocchio e caviglia, fortemente sollecitate dal movimento a scatti. Strappi, stiramenti, crampi e dolori muscolari, principalmente a carico di coscia e gamba, sono alcuni problemi che riguardano il tennista e lo sportivo in generale. Le patologie sviluppate dai tennisti non professionisti sono da attribuire a due cause principali: la scarsa qualità del gesto sportivo, che sollecita in maniera scorretta i diversi distretti muscolari e scheletrici, e la mancanza di preparazione fisica. Per minimizzare i rischi – suggerisce lo specialista – è bene perfezionare la tecnica con qualche lezione con un istruttore di tennis preparato, ed è inoltre consigliabile affiancare al gioco sul campo un allenamento che comprenda stretching e potenziamento muscolare”.

“All’insorgenza del problema – raccomanda Di Giacomo – è importante rivolgersi al medico specialista di medicina sportiva o ortopedico. Comprenderne quanto prima la causa e impostare la corretta terapia consente di non rinunciare alla passione sportiva, preservando la salute della propria struttura muscolo-scheletrica”.

Francesco Allegra, chirurgo ortopedico specialista in chirurgia articolare Università La Sapienza Polo Pontino di Latina, ha ricordato come in particolare “la caviglia è la sede più frequente di infortuni nei tennisti e che le donne subiscono infortuni più degli uomini”. Mentre Angel Ruiz-Cotorro, responsabile medico della Federazione spagnola di tennis, medico di Rafael Nadal, ha parlato delle patologie neurologiche della spalla, anche in relazione alla sua attività e del suo ruolo per la nazionale spagnola.

All’incontro ha partecipato Giorgio Galimberti, ex giocatore nazionale italiana di Coppa Davis, che ha raccontato della sua esperienza positiva di ripresa dopo un infortunio: “Non tutti però sono fortunati e la ripresa non è facile né garantita – precisa – E’ importante quindi, come avviene oggi, che i tennisti siano seguiti da uno staff medico specializzato. Come sempre, e in particolare nello sport, prevenire è la strada migliore”, ha detto all’AdnKronos Salute. Infine Ezio Adriani, responsabile Centro Traumatologia dello sport e Chirurgia del ginocchio Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, ha ricordato l’importanza di promuovere sul territorio centri specialistici ad hoc, “anche per gli sportivi della domenica”.