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Ritardo Mentale. L’informatica può essere dannosa

Computer, ipod, iphone, lettori mp3, telefonini, compresi anche i software, se non usati correttamente possono risultare dannosi per alcune categorie di disabili. E´ quanto si legge in una relazione sul ruolo delle nuove tecnologie nell´intervento del ritardo mentale che sarà presentata al Convegno nazionale "Neuroscienze dello Sviluppo e ritardo Mentale" in calendario il 29 e il 30 gennaio 2010. Le due giornate di studio, organizzate da INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano, Sapienza Università di Roma, Policlinico Umbero I, Sinpia, Società Italiana di Neuropsichiatria dell´Infanzia e dell´Adolescenza, si terranno presso l´Aula Magna del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Psichiatriche e Riabilitative dell´ Età Evolutiva di Via dei Sabelli 108, con inizio alle ore 8,30.

La diffusione delle tecnologie informatiche ed elettroniche unita alla semplificazione che esse producono nello svolgimento di molte attività, si precisa nella relazione, portano a considerare che le "nuove tecnologie" siano un vantaggio per tutti. "Questa affermazione, generalmente inconsapevole, è illusoria e può risultare dannosa quando riguarda persone con disabilità di un certo tipo. Affinché i vantaggi derivanti dalle nuove tecnologie possano risultare effettivi è necessario che siano soddisfatte alcune condizioni. Prima e al di là delle conoscenze degli ausili, delle tecnologie e delle tecniche è necessaria chiarezza di idee sugli scopi e i ruoli che essi rivestono nel processo di integrazione o inclusione. Una buona cornice di riferimento porterà inevitabilmente a sfruttare appieno le potenzialità offerte da questi strumenti da parte della persona disabile e di chi l´assiste".

In effetti, l´impiego di "tecnologie assistive" (cioè quelle tecnologie informatiche applicate al miglioramento dell´autonomia nelle attività della vita quotidiana delle persone con disabilità), ampio e sistematico nell´ambito educativo/riabilitativo non è ancora divenuto un argomento di attualità. Nonostante l´esistenza di alcune esperienze significative, anche di lunga durata, nella maggior parte dei casi questo argomento non soltanto non trova spazio nella prassi quotidiana, ma non fa parte del bagaglio conoscitivo e metodologico degli operatori.

Il Convegno, mettendo a confronto ricercatori di base e ricercatori clinici, si propone di presentare alcune delle ricerche più recenti sulle basi molecolari e genetiche e sui diversi aspetti clinici del Ritardo Mentale al fine di evidenziare quanto il percorso verso la condizione di questa patologia sia complesso, ancora non del tutto chiaro nella sua evoluzione clinica, e quanto sotto questa definizione omnicomprensiva e, per certi aspetti obsoleta, siano condizioni marcatamente diverse per fenotipi clinici, traiettorie di sviluppo, meccanismi genetici e suscettibilità ai fattori ambientali.

Il Ritardo Mentale appartiene alle disabilità dello sviluppo neurologico e interessa l´1-3% della popolazione. Si manifesta in momenti diversi dell´età evolutiva, ma sempre, comunque, nell´ambito del processo di sviluppo cerebrale. Le cause di questi disturbi risiedono in alterazioni del sistema nervoso centrale, dovute a cause diverse: genetiche, prenatali, perinatali, metaboliche e altre.
Sono stati identificati più di 280 geni nell´eziologia del Ritardo Mentale: notevolmente diversi, però, sono i meccanismi mediante i quali tali geni, e il loro disfunzionamento, agiscono sullo sviluppo cerebrale. Questo testimonia la complessità dell´origine dei disturbi e richiede, sia a livello clinico che a livello della ricerca di base, contributi ed interrelazioni tra neurologi dello sviluppo, neurobiologi, psichiatri dell´infanzia e dell´adolescenza, genetisti, pediatri, neuropsicologi.