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Ricerca: studio italiano, demenze in aumento anche tra gli over 80

Milano, 12 feb. (AdnKronos Salute) – Demenze in aumento anche tra gli over 80. La loro incidenza (parametro che indica i nuovi casi di malattia in un determinato periodo) continua a crescere anche nelle età più avanzate, per le quali i dati erano ad oggi “scarsi o assenti”: dall’8% negli ultraottantenni si passa al 14% negli ultranovantenni, al 22% nei centenari, fino ad arrivare al 48% tra le persone di 105 anni o più. Lo dimostra uno studio durato oltre 16 anni e pubblicato su ‘Alzheimer’s & Dementia’, ideato e condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs con il sostegno dalla Fondazione Italo Monzino.

Attualmente in Italia si registrano circa 350 mila nuovi casi di demenza ogni anno, due terzi dei quali fra i grandi anziani di 80 o più anni. Il nuovo lavoro, battezzato ‘Monzino 80-plus’, è stato avviato nel 2002 in provincia di Varese e ha coinvolto oltre 2.500 persone – di cui 267 centenari – permettendo “per la prima volta” di stimare l’incidenza della demenza anche negli ultracentenari della popolazione generale, sottolineano dal Mario Negri.

Trova quindi risposta una domanda che finora non l’aveva: “Nel 1996 – ricorda infatti una nota – il Writing Committee dell’International Conference della rivista ‘The Lancet’ in tema ‘Challenge of the dementias’ metteva in evidenza come la stima dell’incidenza della demenza nei grandi anziani, il segmento della popolazione generale con il più alto tasso di crescita, fosse uno dei quesiti centrali nello studio delle demenze ancora in attesa di risposta”.

Ad oggi – precisano gli autori – il Monzino 80-plus è “il più grande studio effettuato sui grandi anziani con una metodologia di grande rigore cui è stato assegnato un ranking molto elevato”. La ricerca è stata inoltre in grado di mostrare che “l’apparente rallentamento nella crescita esponenziale dell’incidenza di demenza con l’avanzare dell’età è in realtà il risultato del parallelo aumento del rischio di morte col progredire dell’età. Qualora si trascuri l’effetto della mortalità, il rischio continua invece a crescere rapidamente anche nelle età più avanzate”.

La relazione tra età e incidenza della demenza risulta così modellata dall’interazione di tre fattori fra loro correlati: “Il processo di invecchiamento (ovvero l’accumulo nel tempo di cambiamenti e danni responsabili del declino funzionale), i vari fattori di rischio di decadimento cognitivo nel corso della vita e il crescente rischio di morte con l’avanzare dell’età”.

“Attualmente – afferma Ugo Lucca, capo del Laboratorio di Neuropsichiatria geriatrica dell’Irccs Mario Negri – le ricerche sulla demenza continuano a concentrarsi principalmente sul giovane anziano, nonostante i risultati in questa classe di età non siano generalizzabili ai grandi anziani. Essendo il segmento di popolazione a più alto rischio di demenza, i grandi anziani dovranno dunque diventare l’obiettivo principale della ricerca se si vorranno sviluppare strategie di trattamento veramente efficaci e promuovere interventi preventivi di salute pubblica in grado di ridurre realmente l’enorme impatto della demenza sull’individuo e la società”.