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Quasi il 10% della popolazione italiana soffre di disturbi psichici

Quasi il 10% della popolazione italiana presenta oggi disturbi psichici: il dato è stato presentato oggi a Milano da Cegedim Strategic Data (CSD), società leader di ricerche di mercato a livello mondiale nel settore Farmaceutico, nel corso del Workshop "Dalle patologie dei grandi numeri ai disturbi psichici emergenti".
La Lombardia appare la regione italiana con il maggior numero di pazienti, oltre 904.000.

I dati di CSD evidenziano inoltre che fra i pazienti con disturbi psichici molte sono le donne, che una quota significativa è costituita da ultra-settantenni e che una percentuale di crescita preoccupante riguarda i giovani con meno di 30 anni.

L´indagine "I disturbi psichici emergenti dal punto di vista dello psichiatra", presentata nel corso del Workshop e realizzata da Cegedim Strategic Data con il coinvolgimento di 135 psichiatri e l´analisi di 2712 schede descrittive di pazienti, evidenzia nello specifico diverse patologie emergenti che lo psichiatra indica in crescita e per le quali le terapie specifiche disponibili sono ancora poche.
È il caso, in primo luogo, dei disturbi di personalità (9% dei pazienti) e delle diverse forme di dipendenza, quali quelle da sostanze stupefacenti (6% dei pazienti) e da alcool (2%), ma anche dalle "nuove" da internet o da gioco d´azzardo (1%). "Si tratta di quadri ancora minoritari, se guardiamo allo scenario che ci viene rappresentato dai nostri studi", ha affermato il dott. Marco Bignoli, Quantitative Research Manager, Cegedim Strategic Data Italia. "Tuttavia proprio queste manifestazioni di disturbo psichico vengono segnalate da almeno due terzi degli psichiatri ambulatoriali intervistati come patologie in forte crescita e per le quali le terapie specifiche sono ancora considerate dal 66% degli stessi non del tutto soddisfacente".

"Motivo di tutto ciò", ha dichiarato il prof. Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento Neuroscienze dell´AO Fatebenefratelli di Milano e Segretario Generale della Società Italiana di Psichiatria, "è il costante aumento delle definizioni diagnostiche che da un lato ha portato ad una definizione più precisa e condivisa dei diversi quadri psicopatologici e, dall´altro, a criticità rispetto alla possibilità di utilizzo di trattamenti specifici per ciascun quadro".
Per tanti disturbi psichiatrici, come quelli emersi dall´indagine CSD, non esiste uno specifico intervento farmacologico dimostrato valido e dunque accettato dagli enti regolatori (EMEA, AIFA).
La sfida è costituita oggi anche dalla difficoltà di intercettare i nuovi disagi e riconoscere precocemente i sottogruppi emergenti tra le diverse malattie psichiatriche.

"I Medici di Medicina Generale rappresentano in Italia, insieme ai Servizi Psichiatrici, un punto di riferimento fondamentale per i pazienti con malattie mentali", ricorda il dott. Pasquale Palladino, Global Account & Patient Managing Director, Cegedim Strategic Data Italia." Mediamente un Medico di Medicina Generale visita in un anno 130 pazienti con diagnosi di malattie mentali, ma per alcuni MMG la focalizzazione su tali patologie risulta molto più elevata ed il primo decile arriva a visitare 274 pazienti; pertanto sarà sempre più necessario sviluppare percorsi di cura integrati e fondati su una più stretta collaborazione tra Psichiatri e Medici di Medicina Generale con il fine ultimo di migliorare la qualità complessiva delle cure prestate al paziente finale".
Alcune regioni italiane hanno intrapreso già da alcuni anni percorsi finalizzati ad ottenere una sempre maggiore e consapevole integrazione della gestione dei disturbi mentali nella medicina generale. L´Emilia Romagna è una di queste regioni ed i dati che emergono dalle analisi LPD Regional confermano l´attenzione dedicata a questa tipologia di paziente dal Medico di Medicina Generale: se mediamente in Italia i pazienti con diagnosi di disturbi psichici rappresentano il 16% del totale pazienti visitati da un Medico di Medicina Generale, in Emilia Romagna tale percentuale sale al 20% e fa si che, dopo la Lombardia, sia la Regione con il maggiore numero di pazienti con disturbi psichici, oltre 592.000, visitati in un anno dai Medici di Medicina Generale.

In accordo con quanto sopra il Dott. Ovidio Brignoli, Medico di Medicina Generale e Vice Presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale, sottolinea la necessità di migliorare gli strumenti diagnostici e di utilizzare un linguaggio comune che riunifichi o migliori il rapporto tra specialisti e medici.
"Il Medico di Medicina Generale è, peraltro", sottolinea Brignoli, "la persona alla quale si rivolgono con maggiore frequenza i pazienti affetti da disturbi psichiatrici, e spesso a farlo sono anche i parenti e gli amici. Per quanto riguarda l´uso dei farmaci per questi disturbi oltre l´80% di noi medici ritiene di essere in grado di usarli con competenza."

"La problematica relativa alle prescrizioni per i disturbi per i quali non esiste nessuna terapia specifica, come ad esempio le dipendenze da gioco d´azzardo e da internet, l´anoressia e la bulimia", interviene la dottoressa Franca Heiman, Head of HTA & Medical Research, CSD Italia, "pone il medico dinnanzi alla scelta tra efficacia clinica e compliance regolatoria e che solleva la necessità di trovare uno strumento di validazione che consenta di giustificare la scelta del clinico."

Le fa eco l´avvocato Renato Mantovani, esperto di responsabilità professionale medica ed infortunistica e prevenzione nei luoghi di lavoro, tra i relatori della giornata sul tema degli studi post-marketing come tutela della terapia farmacologica off label in psichiatria. L´avvocato Mantovani ha, in particolare, illustrato le condizioni per la legittimità della prescrizione off label delle specialità medicina e toccato il tema della responsabilità professionale dei medici nella particolare ipotesi di prescrizione di farmaci al di fuori delle indicazioni. "Una serie di Studi Post Marketing condotti con tale intento potranno sicuramente rappresentare un valido requisito per garantire un impiego ‘tranquillo´ dei farmaci comunemente usati come off-label".

Studi post marketing sono auspicati anche dalla dott.ssa Francesca Merzagora, presidentessa di O.N.Da., che ha focalizzato il suo intervento sulle connotazioni di genere nelle patologie psichiche: "Una recente indagine O.N.Da ha evidenzato la scarsa fiducia riposta nell´uso dei farmaci da parte delle donne", ha sottolineato Francesca Merzagora. "Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più e sono curate con farmaci non testati specificatamente su di loro. Sarebbe quindi importante promuovere studi di post marketing sulla donna per osservare nella pratica clinica quotidiana il diverso impiego di farmaci, le possibili differenze di efficacia e di tollerabilità nelle donne".