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Psoriasi lieve-moderata: al via la Campagna nazionale di sensibilizzazione “Che ne sai di Psoriasi? Conoscerla per curarla”

Milano, 4 ottobre 2012 Parte oggi da Milano la Campagna “Che ne sai di Psoriasi? Conoscerla per curarla” promossa da A.DI.PSO., l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici, con il supporto di LEO Pharma, per sensibilizzare gli italiani sulla psoriasi lieve-moderata, una malattia della pelle spesso non riconosciuta e non adeguatamente trattata che colpisce soggetti predisposti geneticamente.

In occasione della prima tappa della Campagna sono stati presentati i risultati di un’indagine sulla qualità di vita dei pazienti italiani affetti da psoriasi lieve-moderata che mostrano la percezione da parte dei pazienti di un significativo peggioramento della qualità della vita, ricadute sulla sfera affettiva e ostacoli nella carriera.

Oltre il 50% dei pazienti non si cura in modo costante e si rivolge al dermatologo solo quando i sintomi diventano troppo fastidiosi. A scoraggiare l’aderenza al trattamento prescritto, con conseguente perdita di efficacia, è la scomodità delle terapie topiche tradizionali quali creme e unguenti, che richiedono una lunga e laboriosa applicazione e che per le loro caratteristiche  (untuosità, viscosità) ostacolano la vita lavorativa e di relazione.

Stefano Veraldi, Specialista in Dermatologia e Venereologia e Professore associato presso l’Istituto di Scienze Dermatologiche dell’Università di Milano, conferma il quadro emerso dalla ricerca: «proviamo a pensare a una ragazza di 25 anni che ha da qualche anno una psoriasi localizzata al cuoio capelluto, ai gomiti, alle mani, alle ginocchia e ai piedi. Per non mostrare al mondo la sua malattia, è costretta a usare sempre camicie con le maniche lunghe, pantaloni, scarpe chiuse».

Ma per gli oltre 2,5 milioni di italiani con psoriasi lieve-moderata si delinea una svolta: nuove formulazioni in gel, già disponibili, che non ungono, non macchiano i vestiti, non ostacolano la vita di relazione e migliorano così l’aderenza alla terapia e quindi la sua efficacia.

La grande maggioranza dei pazienti italiani (84%) ritiene che le manifestazioni della malattia rendano la vita quotidiana abbastanza/molto difficile: sintomi come prurito continuo, dolore, sanguinamento incidono pesantemente su tutti gli ambiti di vita e non risparmiano lavoro, famiglia, vita sessuale. Più di un terzo dei pazienti (35,1%) prova imbarazzo e vergogna nel contesto lavorativo e il 26,5% ritiene che avere la psoriasi lieve-moderata renda più difficile la carriera.

Come rileva Mara Maccarone, Presidente A.DI.PSO., «la psoriasi, con il suo aspetto poco gradevole, diventa l’anello fragile per la persona che ha ben visibili i segni della malattia e compromette inevitabilmente non solo la sua carriera, ma spesso anche il posto di lavoro. La persona affetta ha l’esigenza prioritaria al mattino di preparare la “cute” per migliorare il suo aspetto fisico. Ma non è tutto: i tempi di pausa lavorativi, poi, serviranno ad allineare nuovamente il proprio aspetto fisico spalmandosi altre dosi di pomate, e questo fino a sera. Tutto ciò provoca stress e disagio continuo, compromettendo la qualità della vita».

Nella sfera dei rapporti affettivi, a causa della visibilità dei segni sul corpo, l’impatto della patologia è ancor più pesante: poco meno della metà del campione (42,3%) prova disagio e frustrazione verso partner e familiari, mentre insicurezza e ansia nei rapporti intimi pregiudicano la vita sessuale del 42,6% dei pazienti.

Il peso psicologico e sociale che la psoriasi lieve-moderata impone è dunque oneroso. Secondo Marco Lodi, psicologo e psicoterapeuta, consulente presso il Reparto di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” di Mantova, «la principale difficoltà riguarda il timore che la malattia, nascosta dall’abito, venga scoperta a causa del prurito. Diversi studi dimostrano che questo sintomo sarebbe sovradimensionato: per esempio, quando il paziente può parlare della sua malattia si gratta meno, la soglia di sopportazione si alza e il prurito diminuisce. Le principali conseguenze del prurito sono l’ansia e gli effetti sulla vita intima».