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Più di un milione di giovani italiani soffre di acne

Va curata in modo appropriato, rivolgendosi al dermatologo ed evitando il passa parola

AcneL’acne è una malattia della pelle difficile da combattere, lo sanno bene i ragazzi. Sono un milione e 200 mila, il 40% della popolazione tra i 15 e i 19 anni, i giovani colpiti da acne moderata, mentre circa il 3%, soffre della forma più grave. Nella forma giovanile, l’acne colpisce quasi equamente maschi e femmine, ma non interessa solo i giovani e può comparire anche in età adulta, colpendo prevalentemente le donne (12%) e meno (1%) gli uomini. 

Può presentarsi in varie forme e livelli di gravità, dalle più lievi alle forme più severe, con importanti implicazioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Proprio per questi motivi, l’acne va curata in modo appropriato, rivolgendosi al dermatologo ed evitando il passa parola che può condurre solo a cocenti delusioni sul piano dei risultati soprattutto nelle forme più gravi.

Fino ad oggi, i dermatologi hanno lavorato su più fronti per contrastare questo frequente problema e il sebo in eccesso è stato messo sotto accusa perché ritenuto la principale causa dell’insorgenza dell’acne. Un gruppo di ricerca internazionale, composto dal professor Christos Zouboulis, direttore dell’Ospedale Dermatologico di Berlino e uno dei massimi esperti mondiali sulle ricerche sul sebo, dal dottor Mauro Picardo, ricercatore e Responsabile del Laboratorio di Fisopatologia Cutanea dell’Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS di Roma e dal dottor Eric Jourdan, direttore scientifico del Laboratoire Dermatologique Bioderma, ha condotto uno studio, per approfondire le conoscenze sulle cause dell’acne e, in particolare, sul ruolo del sebo.

I risultati hanno messo in evidenza come non sia tanto l’eccesso, quanto piuttosto la variazione della composizione qualitativa del sebo, una delle cause dell’insorgenza dell’acne. Queste osservazioni hanno consentito a Bioderma di formulare un nuovo trattamento dermocosmetico per la pelle acneica – Sébium Global – che svolge contemporaneamente più azioni: normalizza la composizione del sebo, elimina i comedoni, affina la grana della pelle, idrata e migliora l’efficacia dei trattamenti farmacologici.

“Nella pelle sana – spiega Vincenzo Bettoli, professore a contratto nella Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia, responsabile dell’Ambulatorio Acne, Università degli Studi di Ferrara – il sebo ha la funzione di proteggere la pelle. In particolare sono tre gli acidi della pelle che garantiscono la sua integrità: l’acido sapienico che tiene sotto controllo l’attività antibatterica, l’acido oleico che protegge la barriera cutanea e l’acido linoleico che è responsabile della permeabilità della pelle. Quando la composizione del sebo muta, ed in particolare quando vi è un’alterazione di questi acidi grassi, il ruolo protettivo del sebo ha una falla che porta alla produzione delle manifestazioni tipiche dell’acne: la riduzione dell’acido sapienico diminuisce l’attività antibatterica, aprendo così la strada ad infezioni, l’attività protettiva dell’acido oleico viene a mancare consentendo la comparsa di comedoni e la diminuita presenza dell’acido linoleico produce una ipercheratinizzazione della barriera cutanea”.

Abbiamo quindi compreso – afferma Eric Jourdan – quanto sia importante mantenere la composizione del sebo delle persone con acne, il più possibile, simile a quello delle persone con pelle sana”. “L’acne non è un mero problema estetico ma una vera e propria malattia cutanea con importanti implicazioni estetiche – afferma Giuseppe Monfrecola, professore Ordinario di Dermatologia dell’Università di Napoli Federico II – Essa, pertanto va curata dallo specialista dermatologo in ogni sua fase per evitare che le lesioni o i residui cicatriziali possano influenzare negativamente la qualità della vita dei soggetti che ne sono affetti.  Il trattamento dell’acne deve essere personalizzato e modulato nel tempo sia per mettere la malattia sotto controllo che, soprattutto, per mantenere i risultati ottenuti: bisogna ricordare che l’acne può durare molti anni e che il successo viene, non solo dalla corretta prescrizione dermatologica, ma molto di più dall’aderenza del paziente alla terapia”.

Nel trattamento dell’acne – aggiunge Monfrecola – il dermatologo deve tener conto di numerosi fattori e prescrivere la cura in base a: tipologia di acne (gravità, localizzazione prevalente etc.), età e sesso del soggetto, eventuali trattamenti già praticati o in corso, periodo dell’anno diversi – ad esempio, nell’estate dall’inverno – stato di salute generale ed eventuale assunzione di altri farmaci. La prima visita è fondamentale per capire quale è la percezione della malattia da parte del paziente (ed eventualmente dei genitori) e anche quali sono le aspettative o le errate convinzioni e per spiegare la reale natura del problema, le modalità per una corretta terapia con tutte le implicazioni in senso temporale o di eventuali effetti collaterali e come gestirli”.

 

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