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Pediatria: Oms-Unicef-Lancet, a rischio futuro di 250 mln bambini nel mondo

Roma, 19 feb (Adnkronos Salute) – Degrado ecologico, cambiamenti climatici, malnutrizione ma anche obesità e pratiche abusive di marketing che spingono verso comportamenti poco salutari. Queste le minacce al futuro di bambini e adolescenti nel mondo, disegnate dal Rapporto “A Future for the World’s Children?”, diffuso oggi da una commissione di oltre 40 esperti, nominata dall’Oms, Unicef e dalla rivista Lancet. Da qui l’allarme: “circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni nei paesi a medio e basso reddito rischino di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo secondo misurazioni indicative sulla malnutrizione cronica e la povertà”. E il monito: “Nessun paese sta proteggendo adeguatamente la salute dei bambini, l’ambiente in cui vivono e il loro futuro”.

“Nonostante la salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorata negli ultimi 20 anni, i progressi si sono fermati, e sono destinati a tornare indietro”, denuncia Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda e copresidente della Commissione. “I paesi devono rivedere il loro approccio per garantire che non solo ci prenderemo cura dei nostri bambini oggi, ma che proteggeremo il mondo che erediteranno in futuro”, ha aggiunto Clark.

Secondo il rapporto, mentre i paesi più poveri hanno bisogno di fare di più per supportare le possibilità dei loro bambini di vivere vite sane, le emissioni di carbonio eccessive – in misura sproporzionata dai paesi più ricchi – minacciano il futuro di tutti i bambini. Se il riscaldamento globale supererà i 4°C nel 2100, in linea con le proiezioni attuali, questo porterebbe a conseguenze devastanti per la salute dei bambini, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani, delle ondate di calore, della proliferazione di malattie come la malaria e la febbre Dengue e della malnutrizione.

L’indice globale relativo a 180 paesi (che compara i risultati sullo sviluppo dell’infanzia – sopravvivenza, benessere, salute, istruzione e nutrizione – con l’indice della sostenibilità, ovvero emissioni di gas serra, ed equità, o i divari di reddito) dimostra che i bambini in Norvegia, Repubblica di Corea e Paesi Bassi hanno le migliori possibilità di sopravvivenza e benessere, mentre i bambini in Repubblica Centrafricana, Ciad, Somalia, Niger e Mali affrontano le probabilità peggiori. Tuttavia, quando gli autori hanno preso in considerazione le emissioni di Co2 pro-capite, i paesi più efficienti sono rimasti indietro: la Norvegia si è classificata al 156esimo posto, la Repubblica di Corea (Sud) al 166esimo, e i Paesi Bassi al 160esimo. Ognuno dei tre paesi emette il 210% di Co2 pro-capite in più rispetto all’obiettivo del 2030. Gli Stati Uniti d’America (Usa), l’Australia e l’Arabia Saudita sono tra i dieci paesi con le peggiori emissioni.

“Oltre 2 miliardi di persone vivono in paesi in cui lo sviluppo è ostacolato da crisi umanitarie, conflitti, disastri naturali, problemi sempre più legati al cambiamento climatico”, ha dichiarato il ministro Awa Coll-Seck del Senegal, copresidente della Commissione. “Mentre alcuni dei paesi più poveri hanno fra le emissioni di Co2 minori, molti sono esposti all’impatto più duro di un clima in rapido cambiamento. Promuovere oggi condizioni migliori per la sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini a livello nazionale non deve avvenire a costo di erodere il futuro dei bambini a livello globale”. Gli unici paesi che sono in linea per raggiungere l’obiettivo di emissioni di Co2 pro-capite entro il 2030, ottenendo anche buoni risultati (fra i 70 migliori) sulle misure per lo sviluppo dei bambini sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.

Per proteggere i bambini, gli autori della Commissione indipendente auspicano un nuovo movimento globale guidato da e per i bambini. Le raccomandazioni specifiche includono: fermare le emissioni di Co2 con massima urgenza, per assicurare che i bambini abbiano un futuro su questo pianeta; mettere i bambini e gli adolescenti al centro dei nostri sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile; nuove politiche e investimenti in tutti i settori per lavorare per i diritti e la salute dei bambini; incorporare le voci dei bambini nelle decisioni politiche; inasprire la regolamentazione nazionale per il marketing commerciale dannoso, supportato da un nuovo Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

“L’opportunità è grande. I dati ci sono. Abbiamo gli strumenti. Dai capi di stato ai governi locali, dai leader delle Nazioni Unite ai bambini stessi, questa Commissione chiede la nascita di una nuova era per la salute dei bambini e degli adolescenti. Ci vorranno coraggio e impegno per realizzare tutto questo. È la prova più grande per la nostra generazione”, afferma Richard Horton, caporedattore del gruppo delle riviste Lancet. “È tempo di ripensare alla salute dei bambini, per renderli prioritari nell’agenda di sviluppo di tutti i governi e per mettere il loro benessere al di sopra di ogni valutazione”, dichiara Henrietta Fore, direttore generale Unicef.

“Questo rapporto mostra che i decision maker del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti, il loro pianeta”, ammonisce Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Questa è una sveglia per i paesi, per investire nello sviluppo e nella salute dei bambini, assicurare che le loro voci vengano ascoltate, proteggere i loro diritti e costruire un futuro adatto per i bambini”, conclude.