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Il Parlamento francese contro il “far west” della medicina estetica

Basta con le pratiche pericolose di medicina estetica. Il parlamento francese questa volta fa sul serio: ne ha dato notizia il prestigioso sito di medicina francese MedScape http://www.medscape.fr/oncologie/articles/1426097/, secondo il qualela Commissione del Senato francese ha appena messo a punto un’analisi sulla medicina e chirurgia estetica, con una serie di iniziative volte a modificare la regolamentazione in materia ora troppo vaga e lacunosa. I senatori transalpini propongono la creazione di una lista europea dei prodotti tossici e pericolosi per i trattamenti di medicina estetica, oltre che censire tutti i centri estetici non autorizzati e segnalare i medici non abilitati, in modo da essere coordinati a livello continentale. Nel mirino sono finiti i trattamenti di depilazione al laser, i filler antirughe, ma anche i più comuni lettini abbronzanti e tutti quegli interventi non invasivi che prevedono l’utilizzo di elementi cosiddetti CMR di Classe 2, ovvero potenzialmente cancerogeni e dannosi per la salute, che verrebbero così vietati.Alla luce di questo scenario francese, alquanto confuso, e i cui esiti non sono facilmente prevedibili, fa chiarezza Maurizio Priori, membro del consiglio direttivo del Collegio delle Società Scientifiche di Medicina Estetica: “Nella medicina estetica, l’Italia non ha nulla da invidiare alla Francia e al resto d’Europa, visto che le procedure proposte dal Senato francese noi le abbiamo messe in atto già da molto tempo. Il Collegio rappresenta il 90% della medicina estetica italiana e raggruppa professionisti formati secondo progetti formativi ad hoc. A differenza della maggior parte degli altri paesi europei, siamo in grado di formare medici estetici altamente professionali. In Italia, i medici estetici che operano correttamente eseguono i trattamenti all’interno di strutture mediche sicure che garantiscono il rispetto dei requisiti di legge secondo le procedure previste per i singoli trattamenti. Queste non vengono limitate alle singole procedure quali ad esempio (filler e tossina Botulinica) ma prendono in considerazione la globalità dell’organismo”.Le Associazioni afferenti al Collegio controllano che i medici estetici, all’atto dell’adesione, siano regolarmente abilitati all’esercizio della professione, nonché che abbiano conseguito una specifica formazione e che siano costantemente aggiornati. “Del resto –aggiunge Prioritutti i nostri corsi di formazione seguono le direttive del Ministero della Salute e le linee guida più avanzate, per la formazione continua in sanità”.Per quanto riguarda invece la tutela contro i prodotti pericolosi? Il dott Priori precisa: “La proposta francese, può quindi essere un corretto punto di partenza, anche se in Italia, grazie al lavoro del Collegio si sono già attuate importanti iniziative concrete sottoposte anche agli organi istituzionali competenti, per raggiungere uno standard di sicurezza e di corretta proposizione ai pazienti sempre più elevato. E’ stato presentato in Ministero un progetto per attivare il primo Osservatorio sulle complicanze. Al primo posto c’è la tutela dei pazienti e degli operatori, pertanto i nostri iscritti osservano ogni più opportuna tutela, impiegando dispositivi medici dotati di marchi CE, e seguendo protocolli e procedure scientificamente approvati dalle nostre realtà scientifiche”.Allora possiamo stare sicuri? Maurizio Priori ne è assolutamente convinto: “In Francia e Spagna, dove la medicina e la chirurgia estetica sono molto sviluppate, non c’è un organo equivalente a quello del nostro Collegio Italiano, che sia un interlocutore qualificato per gli Enti preposti. Il nostro appello è che le Società Scientifiche dei singoli paesi europei si uniscano al fine di rendersi interlocutori privilegiati delle rispettive istituzioni, per dare a tutti maggiore trasparenza e sicurezza in una materia delicata come la medicina estetica ed evitare casi di malasanità, come lo scandalo delle protesi PIP emerso in Francia lo scorso anno. Nei prossimi 10 anni –conclude il prof. Priori è prevedibile un aumento della richiesta di trattamenti di medicina estetica e, di conseguenza, ci sarà necessità di un numero sempre crescente di medici estetici. Proprio per questo c’è bisogno di una regolamentazione uniforme a livello europeo e, da questo punto vista, noi italiani siamo dei precursori assoluti”.