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Covid 19, speranze per il vaccino da Oxford

Il vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’università di Oxford in collaborazione con l’azienda farmaceutica AstraZeneca e dell’Irbm di Pomezia come riportato dal Financial Times genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani, che sono il gruppo più vulnerabile per la pandemia da Covid-19. Lo riporta il Financial Times, che parla di “speranza” dopo le sperimentazioni cliniche di fase 3 per quanto riguarda questa cura.

Buone risposte immunitarie

Le sperimentazioni cliniche di questo vaccino anti Covid – che era stato sospeso per alcuni giorni a settembre – sono nella fase 3, l’ultima, quella che permette di decretare se è sicuro ed efficace. Se lo fosse, si dovrà attendere l’approvazione degli enti regolatori prima che possa essere immesso sul mercato. Due fonti citate dal quotidiano sostengono che la cura di Oxford, alla quale partecipa anche l’Italia, genera gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T (cellule il cui compito principale è identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori o le cellule contagiate) tra gli anziani. I nuovi risultati sono in linea con i dati pubblicati a luglio che hanno mostrato “risposte immunitarie solide”, in un gruppo di adulti sani tra i 18 e i 55 anni.

Sviluppi incoraggianti

Questo in realtà non garantisce che il vaccino in questione alla fine si dimostri sicuro ed efficace nelle persone anziane, si saprà soltanto quando saranno stati analizzati i dati completi del processo clinico per questo gruppo di età. Tuttavia, gli ultimi sviluppi sono incoraggianti. “Se non insorgeranno problematiche improvvise è ragionevole pensare che la fase clinica di sperimentazione possa concludersi entro fine novembre o i primi di dicembre” aveva detto nei giorni scorsi Piero di Lorenzo, il presidente di Irbm a proposito del vaccino sviluppato dal centro di ricerca e dall’Università di Oxofrd, per conto di AstraZeneca, nel corso di un’intervista al sito Financial Lounge.