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Oms, Guerra: “il virus non conosce feste”

Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità, intervenuto su Sky TG 24 ha analizzato gli effetti delle ultime misure governative sull’andamento dell’emergenza sanitaria. “Stiamo assistendo a un rallentamento della velocità di crescita, non ancora a una piega decisa verso il basso della curva di aumento e quindi dei ricoveri. C’è sempre uno sfalsamento temporale tra la positività generale della popolazione e il numero di ricoveri e decessi: questi due li vedremo crescere ancora per qualche giorno. Quelli che stiamo vedendo sono gli effetti delle misure relative al primissimo Dpcm, con delle chiusure molto leggere. Penso che nelle prossime settimane vedremo anche gli effetti delle misure più stringenti dei due successivi Dpcm. Da questo punto di vista chiederei un po’ meno panico e un po’ più aspettativa attenta su quelli che saranno i risultati di queste chiusure, che non vediamo ancora nel pieno della loro efficacia”.

Situazione nazionale

Secondo Guerra il 2021 sarà un anno complicato, ma più promettente rispetto al 2020. In seguito ha commentato i risultati secondo i quali il coronavirus Sars-CoV-2 era presente in Italia già a settembre 2019: “Sono ricercatori e colleghi molto seri. Ho visto e cercato di analizzare con i miei colleghi laboratoristi dell’Oms quale sia stata la procedura e quali i test, oggi mi metterò in contatto con loro e cercherò di valutare l’attendibilità dei risultati”.

I vaccini e il ruolo dell’Italia

Per quanto riguarda i vaccini, Guerra sostiene che l’Italia “abbia fatto tutto quello che è possibile fare, anche all’interno del meccanismo che la Ue ha impostato per garantire che ci sia un flusso adeguato di dosi e una logistica appropriata”. “Il commissario Arcuri sa perfettamente come può funzionare questo tipo di distribuzione non semplice, anche dal punto di vista della conservazione dei vaccini e della catena del freddo che dovrà essere controllata con estrema cautela”, ha aggiunto l’esperto. “Le dosi saranno preziose e non possono essere sprecate perché non funziona un sistema di trasmissione con congelatori e fiale speciali che garantiscano la conservazione del vaccino fino al momento in cui viene iniettato”.

70% della popolazione da vaccinare

Sempre parlando del vaccino, Guerra ha dichiarato: “La soluzione comincerà a gennaio, bisogna vaccinare il 70% della popolazione”. “Sarà una montata progressiva, avremo una produzione industriale a livello globale, che sarà gestita in maniera equa. Il problema vero non sarà tanto nei paesi europei o Nordamericani, quanto in quelli in via di sviluppo, dove la mia organizzazione sta cercando di costruire un sistema di sicurezza per garantire che almeno due miliardi di persone siano vaccinate entro la fine dell’anno prossimo”, ha poi chiarito l’esperto. Di fronte ai dati che indicano come un terzo della popolazione sembrerebbe rifiutare in maniera aprioristica qualsiasi tipo di contatto col vaccino, Guerra sostiene la necessità di risolvere subito il problema, prima che il vaccino diventi disponibile.

Riguardo ai test rapidi

Per Guerra, i test rapidi in autosomministrazione, la cui sperimentazione è iniziata oggi in Veneto, possono contribuire alla lotta al coronavirus. “Avere un test attendibile che si compra in farmacia e che ciascuno è in grado di autosomministrarsi, contribuisce quantomeno a una capacità di autoisolamento. Non sono soltanto queste le soluzioni che abbiamo a disposizione, ma è comunque un importante contributo. Anche per l’HIV abbiamo avuto test autosomministrabili, ma comunque con il supporto del proprio medico e della struttura sanitaria, per evitare di prendere iniziative dissennate sulla base di un falso positivo o un falso negativo”, ha spiegato.

Sulla riapertura delle scuole

Infine, Guerra ha affrontato la questione dell’eventuale riapertura delle scuole. “In questo momento sappiamo che il livello di contagiosità, soprattutto dei bambini delle scuole primarie, è alquanto ambiguo e non siamo in possesso di elementi definitivi. È certo, però, che lo sforo gigantesco messo in atto per rendere sicure le scuole italiane non può essere sperperato. Credo che intorno alla scuola sia necessario creare un sistema di sicurezza analogo a quello che c’è ora all’interno degli istituti scolastici ed è lì probabilmente che bisognerebbe investire un po’ di più: trasporti, orari differenziati e così via. Ci sono delle strategie che consentono di tenere aperte le scuole, su questo credo sarebbe opportuno andare a fare un ragionamento molto più serio e articolato di quanto non sia la semplice chiusura, che è il rimedio estremo”.

Il virus “non conosce” feste

Guerra ha sottolineato che a Natale il virus non scomparirà. “Nel momento in cui vedremo, come mi auguro, una diminuzione della curva di contagio, dovremo stare particolarmente attenti per evitare una terza ondata a gennaio o febbraio”.