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Obesità: al Molise la maglia nera, 1 abitante su 7 pesa troppo

Non più la Basilicata ma il Molise in testa alle regioni italiane con il più alto tasso di obesità. La percentuale più elevata di persone in grave sovrappeso si registra, infatti, in questa regione (13,5%), in confronto alla media nazionale del 10%. Al secondo posto si classifica la Basilicata (13,1%) seguita dalla Puglia (12,6%). Secondo i dati del Rapporto Istat Noi Italia, dunque, per la prima volta la regione con capoluogo Campobasso “vince” la maglia nera per numero di adulti obesi, strappando così il triste primato nazionale detenuto nel 2011 dalla Basilicata (12,7%). “Anche se si tratta di numeri decisamente inferiori rispetto a quelli riscontrati in altre nazioni europee – afferma il dott. Marcello Lucchese, Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie metaboliche (SICOB) – non dobbiamo sottovalutare la situazione o pensare che sia un problema solo meridionale. Il numero degli obesi italiani è cresciuto del 25% dal 1994 ad oggi e anche regioni settentrionali come Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia (con 12% e 11,8% rispettivamente) registrano ormai numeri in costante aumento”. L’obesità provoca una serie di gravi malattie che possono portare alla morte, come ipertensione, diabete e cancro. “Quando dieta, esercizio fisico e cure farmacologiche non sono sufficienti è opportuno sottoporre i pazienti a tecniche di chirurgia bariatrica – continua il dr. Lucchese – e non certo per fini estetici ma per salvare loro la vita. A questo si aggiunga l’impatto economico soprattutto in tempi di spending review, dell’obesità: i costi sociali a questa condizione, infatti, ammontano a 23 miliardi di euro, di cui 11 a carico del Servizio Sanitario Nazionale. A questi vanno aggiunti i costi indiretti quantificabili a 65 miliardi di euro annui e rappresentanti da decessi, riduzione della produttività lavorativa, assenza dal lavoro, sussidi pensionistici e disoccupazione. Se incentiviamo la chirurgia dell’obesità possiamo quindi risparmiare fino a 88 miliardi”. Secondo i censimenti svolti dalla SICOB nel 2011 in Italia sono state eseguite 7.214 operazioni: 4093 al Nord, 1983 al Centro, 880 al Sud e 258 nelle Isole. “Sono almeno un milione gli obesi italiani che potrebbero risolvere i loro problemi grazie ad interventi chirurgici – sostiene Lucchese – Rivolgiamo perciò un appello alle forze politiche che vinceranno le prossime elezioni: dobbiamo incentivare su tutto il territorio nazionale la conoscenza e l’applicazione degli interventi di chirurgia dell’obesità, perché è l’unico metodo per curare in maniera duratura ed efficace il grave eccesso di peso. Speriamo che i media nazionali ci aiutino in quest’opera di sensibilizzazione e conoscenza della nostra disciplina”.

>Ufficio stampa
Intermedia

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