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Nuove frontiere in psichiatria: benessere del paziente al primo punto

 

foto320-300x200La centralità del benessere del paziente all’interno della pratica clinica in psichiatria è stato l’aspetto centrale del Simposio “Benessere in psichiatria”, realizzato con il supporto non condizionato di Takeda Italia, durante il quale autorevoli esperti si sono confrontati sulle strategie da mettere in atto per migliorare la qualità di vita dei pazienti psichiatrici.

La schizofrenia è una malattia cronica grave che colpisce circa 250.000 persone in Italia e che conduce ad una drastica diminuzione dell’aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale. Una condizione che in Europa riguarda circa 3,5 milioni di persone1 e che a livello mondiale colpisce, secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità, approssimativamente 24 milioni di persone2 con una riduzione dell’aspettativa di vita che va da 10 a 22,5 anni in meno3,4 .

Questi dati confermano l’importanza del confronto tra esperti sulla pratica clinica, alla luce di un nuovo approccio che pone al centro il benessere del paziente psichiatrico e le strategie opportune da mettere in atto per migliorare la qualità di vita dei pazienti: è stato questo il tema del Simposio “Benessere in Psichiatria” che si è svolto martedì 24 febbraio all’interno del 19° Congresso SOPSI (Società Italiana di Psicopatologia), realizzato con il supporto non condizionato di Takeda Italia, all’interno del quale autorevoli esperti hanno discusso dei nuovi standard di cura, della relazione tra opzioni terapeutiche e benessere, e del concetto di benessere come meta terapeutica.

“Il progetto ‘Benessere in psichiatria’ è un’iniziativa scientifico/culturale rivolta agli specialisti italiani che mira ad identificare strumenti teorici e operativi, per definire e perseguire la ‘science of well-being’ come standard e come meta terapeutica” afferma il Prof. Emilio Sacchetti, Professore Ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Brescia e Presidente della Società Italiana di Psichiatria. “Il primo passo di questo progetto è una indagine conoscitiva nell’ottica dell’attività dello psichiatra. Il progetto prende il via a partire da oggi al sito www.benessereinpsichiatria.it” – continua il prof. Sacchetti – “con l’obiettivo di superare il concetto di remissione sintomatologica e di recupero funzionale in favore di un approccio integrato alla salute globale della disabilità in generale e allostigma. In quest’ottica soprattutto importante è l’impiego di farmaci più maneggevoli ed efficaci, la maggior attenzione allo stato di benessere psicofisico e l’educazione agli stili di vita salutari.” “La schizofrenia è tra le prime 10 patologie a più alto impatto di disabilità sociale” dichiara il Prof. Claudio Mencacci, Direttore Neuroscienze A.O. Fatebenefratelli di Milano.

“Si tratta di una patologia che insorge frequentemente in adolescenza, tra i 16 e 18 anni, ed è caratterizzata da vulnerabilità genetica ai fattori ambientali quali, ad esempio, abuso di stupefacenti e di alcool, disagio sociale, immigrazione. Nelle aree urbane la prevalenza dei disturbi psicotici è aumentata. Infatti, nascere e vivere fino a 13 anni in ambienti metropolitani aumenta il rischio di schizofrenia. Intercorre ancora troppo tempo tra la comparsa dei sintomi e la possibilità di ricevere cure e si corre il rischio di arrivare troppo tardi” continua il prof. Mencacci. “Fondamentali sono quindi il riconoscimento precoce, i trattamenti pedagogico, psicoterapico e farmacologico in modo da monitorare sia l’evoluzione della persona sia l’evoluzione della malattia perché agendo subito si minimizzano le conseguenze.”

“Siamo orgogliosi di aver potuto offrire il nostro supporto incondizionato a questo importante evento che riunisce i più autorevoli esperti della psichiatria” – afferma Michele Blasco, Medical & Regulatory Director, Takeda Italia – “e di poter contribuire anche ad un progetto altamente innovativo come ‘Benessere in psichiatria’. In particolare, questo evento rappresenta il contesto più adeguato per annunciare che abbiamo deciso di rivolgere il nostro impegno anche nell’area del Sistema Nervoso Centrale” – continua Michele Blasco – “attraverso la ricerca attiva di nuovi approcci terapeutici atti ad aiutare i pazienti che soffrono o sono a rischio di patologie dal forte impatto fisico ed emotivo come le malattie psichiatriche e neurodegenerative”.