Vai al contenuto

‘Nel cuore di Santa’, tavola rotonda su disassuefazione per risposte a pazienti

Roma, 9 apr. (Adnkronos Salute) – Un confronto fra cardiologi e medici di medicina generale, per discutere della disassuefazione dal fumo e delle possibili alternative. La XIII edizione del congresso scientifico ‘Nel Cuore di Santa’, in corso a Santa Margherita Ligure (Ge), ha ospitato la tavola rotonda “Ho smesso di fumare: vivrò una settimana di più e in quella settimana pioverà a dirotto” (Woody Allen) – discussione interattiva sul fumo e la disassuefazione al fumo”. Il presidente del congresso Roberto Pescatori, assieme ad altri esperti, hanno dibattuto del tema in un momento di confronto informale, per favorire il rapporto diretto tra i partecipanti.

“In Italia 11,6 milioni di persone sono fumatori, queste persone o possono avere un evento cardio-ischemico o possono essere in prevenzione primaria – ha dichiarato Pescatori -. E’ molto difficile per un medico far capire al paziente quando smettere di fumare o quantomeno usare prodotti alternativi che riducano il rischio di danno da fumo. E’ questo uno dei temi emersi nel corso della tavola rotonda: in ambulatorio c’è pochissimo tempo per comunicare, dobbiamo fare un accordo, una sorta di contratto con il paziente, per poterlo curare, per aiutarlo a smettere di fumare, anche attraverso la conoscenza dei prodotti alternativi che non hanno combustione”, conclude l’esperto.

Sebbene le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato non siano prodotti privi di rischio, possono rappresentare delle alternative valide rispetto alle sigarette per tutti quei fumatori adulti che continuerebbero a fumare, in un’ottica di riduzione del rischio.

“La mortalità per malattie correlate al fumo è attorno alle 83mila persone all’anno in Italia – ha spiegato Vincenzo Montemurro, cardiologo e vicepresidente de ‘Il Cuore Siamo Noi – Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus’ – E’ una problematica che anche le istituzioni si devono porre, bisogna intervenire. Nonostante le raccomandazioni di medici e oncologi, molti soggetti che hanno avuto un infarto continuano a fumare. Di fronte alla resistenza a oltranza della popolazione dei fumatori, vanno presi provvedimenti. La rivoluzione del terzo millennio è questa: dire ai pazienti di non fumare perché il fumo è il fattore di rischio maggiore per moltissime malattie; mentre per tutti coloro che si ostinano a fumare, non ci sono altre possibilità che rivolgersi ad alternative potenzialmente meno dannose e che riducono il rischio di mortalità cardiovascolare e oncologica”, conclude.

“Chi fuma, anche se giovane, può avere infarto, ictus, insufficienza venale. Noi cardiologi lottiamo strenuamente contro questo fattore di rischio che purtroppo è molto diffuso nella popolazione e, ahimé, tra i giovani, in particolare tra le giovani donne – ha dichiarato Stefano Carugo, Direttore di Unità Operativa Complessa Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – Tutto ciò che può aiutare un paziente, una persona, va messo in campo. Ci sono dei metodi alternativi che sono efficaci; l’obiettivo resta uno solo: far smettere di fumare”.

Il congresso ‘Nel Cuore di Santa’, appuntamento annuale di Santa Margherita Ligure, affronta le problematiche che si presentano ogni giorno nella pratica della Cardiologia del Territorio e nell’attività del medico di medicina generale; i temi trattati spaziano dalla medicina legale alla necessità di terapie per migliorare la qualità di vita dei pazienti, alternando lezioni frontali con momenti di discussione e tecniche pratiche di indagini cardiovascolari, come ecocardiografia ed ecocolordoppler, sempre con l’obiettivo di porre il ‘paziente al centro’.