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Mieloma multiplo: identificata una proteina che provoca la crescita del mieloma,si aprono nuove prospettive terapeutiche

Pubblicato su Leukemia uno studio nato dalla collaborazione tra un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, coordinati da Raffaella Chiaramonte, e ricercatori della divisione di Ematologia e Oncologia della Texas Tech University (Lubbock, TX, USA), guidati da Maurizio Chiriva-Internati. Benché recentemente lo sviluppo di nuovi farmaci abbia prolungato l’aspettativa di vita dei pazienti, il mieloma multiplo rimane a tutt’oggi una patologia incurabile e rappresenta il secondo più comune tumore ematologico in Europa ed in America Settentrionale. La letalità causata dal mieloma multiplo nasce per lo più dalla capacità delle cellule tumorali di accumularsi nel midollo osseo, dove scatenano lesioni e fratture e diventano resistenti alle terapie causando la ricaduta della malattia.

Lo studio ha scoperto che alla base dell’interazione tra cellule tumorali e midollo osseo vi è l’attività della proteina Notch, che ha un ruolo chiave nella progressione della malattia. Riducendo l’attività di Notch in colture cellulari e in modelli murini, i ricercatori hanno osservato che non solo si riduce la crescita del mieloma, ma soprattutto si impedisce alle cellule di mieloma di riconoscere le molecole che le attraggono nel midollo osseo impedendo loro di raggiungerlo e di accumularvisi, con le conseguenze nefaste per il paziente che abbiamo descritto.

I risultati di questa ricerca aprono la strada a un nuovo e promettente approccio terapeutico fondato sulla inibizione della attività di Notch per superare il problema della resistenza ai farmaci e migliorare, in tal modo, l’andamento clinico e la qualità di vita dei pazienti con mieloma multiplo.

Anti-Notch treatment prevents multiple myeloma cells localization to the bone marrow via the chemokine system CXCR4/SDF-1
L Mirandola1,4, L Apicella1,4, M Colombo1, Y Yu2, D G Berta1, N Platonova1, E Lazzari1, M Lancellotti1, G Bulfamante3, E Cobos2, M Chiriva-Internati2,4 and R Chiaramonte1,4
1Department of Health Sciences, Università degli Studi di Milano, Milan, Italy
2Division of Hematology and Oncology, Texas Tech University Health Sciences Center and Southwest Cancer Treatment and Research Center, Lubbock, TX, USA
3Department of Health Sciences, Unit of Human Pathology, Università degli Studi di Milano, San Paolo Hospital Medical School, Milan, Italy
Leukemia advance online publication 22 February 2013
doi: 10.1038/leu.2013.27
http://www.nature.com/leu/journal/vaop/ncurrent/full/leu201327a.html