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Mangiare bene, per vivere bene e contenere i rischi

I modelli culinari di eccellenza e le diete salubri sono sempre di più al centro di dibattiti istituzionali, di analisi aziendali e di importanti talk show. In particolare, da alcuni anni si sta diffondendo il fenomeno delle trasmissioni televisive incentrate su come cucinare in maniera sana e in che modo si può incentivare il consumo di buoni alimenti. La moda degli approfondimenti sulla cucina di qualità è partita con le trasmissioni di fine anni ’80 negli Stati Uniti. Negli ultimi tempi, anche in Italia si sta sviluppando questo fenomeno interessante, considerando anche la maggiore attenzione al “mangiare sano” che contraddistingue, da sempre, la tradizione culinaria del popolo italiano [anche per questo motivo, l’aspettativa media di vita in Italia è tra le più alte al mondo, NdR].
L’attenzione e l’interesse verso la cultura del cibo sono stati il punto di partenza di un Corso promosso dalla Sezione UILDM di Bergamo che ha portato anche alla realizzazione di un ricettario dal titolo “Come i cavoli a merenda”, in collaborazione con il Centro Servizi al Volontariato di Bergamo.

Olivia Osio, progettista sociale della UILDM bergamasca, spiega che «il cibo rappresenta un elemento aggregativo e socializzante nella quotidianità di molte associazioni di volontariato: incontrarsi per una merenda, organizzare una cena sociale, festeggiare con un pranzo una ricorrenza sono solo alcuni esempi che aiutano a comprendere l’importanza del sedersi attorno ad un tavolo non solo per discutere e pianificare».
Ma come si è strutturato il Corso? Innanzitutto sono state affrontate sia lezioni teoriche sia lezioni pratiche, presso la cucina professionale di un’azienda di Lallio (Bergamo). Perallargare gli orizzonti culinari, è stato deciso di estendere il Corso non soltanto a ricette tipiche della tradizione italiana ma anche di altri Paesi, frutto dell’esperienza secolare delle aree geografiche di riferimento, con particolari climi e conseguenti tipologie diverse di cibi. «Per una associazione come la nostra – conclude Olivia Osio – il cibo è cultura della prevenzione: educare a mangiare bene significa anche educare a vivere bene e a contenere i rischi che ad alcune malattie si accompagnano».

Il Corso ha evidenziato anche l’importanza di alimentarsi in maniera consapevole, con uno sguardo al consumo di prodotti del mercato equo e solidale, nel rispetto dell’ambiente che ci circonda e con una particolare attenzione alle difficili condizioni dei lavoratori del settore, spesso giovanissimi e sottopagati. Sono stati presi a modello di riferimento organizzazioni come Slow Food  e associazioni di consumatori come i GAS (Gruppi di Acquisto Solidali). Inoltre sono state coinvolte, a vario titolo, altre importanti associazioni come la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori con Brunella Conca, l’associazione Cuore e Batticuore rappresentata da Loredana Conti, l’Associazione Diabetici Bergamaschi con Roberto Benedettie l’Associazione Italiana Celiachia con Marina Bergamelli.Questa iniziativa della UILDM di Bergamo è ricchissima di informazioni e spunti utili, disponibili grazie al ricettario “Come i cavoli a merenda” di oltre 40 pagine. Per un’Associazione di persone con malattie neuromuscolari, l’alimentazione è uno degli aspetti che deve stare a cuore. E questo progetto illustra tante ricette buonissime e di qualità. Per ulteriori informazioni contattare la UILDM di Bergamo e … buon appetito.

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