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Malattie infettive, nel 2012 si registra il minimo storico

L’analisi delle notifiche di malattie infettive trasmesse dai medici e pediatri di famiglia e dai vari specialisti ospedalieri nel 2012 evidenzia nell’Asl 11 il minimo storico da quando, nel 1991, è stato attivato il nuovo sistema di sorveglianza. Sono state, infatti, solo 383 le malattie infettive segnalate contro le 735 del 2011. Il considerevole calo è essenzialmente dovuto alla netta riduzione dei casi di varicella conseguente dell’introduzione della vaccinazione, che a partire dal 2010 è offerta a tutti i nuovi nati.

Anche le altre malattie prevenibili con vaccinazione si mantengono su livelli estremamente bassi: nel 2012 non si è verificato nessun caso di tetano, dimorbillo, un solo caso di pertosse e due di rosolia e di epatite B, tutti in soggetti non vaccinati. Da segnalare che l’unico caso di pertosse ha colpito un neonato che ha dovuto essere ricoverato in ospedale, e che uno dei casi di rosolia ha interessato una donna in gravidanza.

Tutto ciò conferma ancora una volta la bontà delle politiche vaccinali, ma anche l’importanza di mantenere alto il livello di attenzione su questo fondamentale strumento di sanità pubblica.

Riguardo alle malattie per le quali non sono disponibili vaccini o comunque non sono in atto programmi, i dati sono sostanzialmente sui livelli degli anni precedenti.

I nuovi casi di tubercolosi sono stati 15, in media con quanto rilevato negli ultimi cinque anni, ed hanno interessato quasi esclusivamente stranieri provenienti da Paesi dove la malattia è ancora ad alti livelli di endemia. Tutti i casi di tubercolosi sono stati indagati da parte della unità operativa Igiene e Sanità Pubblica, e sono state controllate 86 persone tra conviventi e contatti: di queste, 27 sono state inviate a percorsi diagnostico-terapeutici di secondo livello, e in 14 casi è stata avviata la terapia preventiva.

A inizio 2012 si sono, inoltre, verificati 4 casi di epatite C acuta in un gruppo di giovani adulti coinvolti in un episodio di tossicodipendenza occasionale con scambio di siringa.

Tra le tossinfezioni alimentari, sostanzialmente stabili le notifiche di salmonellosi non tifoidee, a dimostrazione di un adeguato controllo della filiera alimentare. Sono stati comunque segnalati cinque piccoli focolai epidemici di tossinfezioni alimentari, che hanno coinvolto complessivamente 49 persone. In 4 casi erano implicati esercizi  pubblici ed è stata attivata l’indagine da parte del Settore Alimenti e Veterinaria.

Relativamente alle meningiti e alle malattie invasive batteriche, nel 2012 non si è verificato alcun caso di meningite meningococcica, mentre si sono registrati 2 casi di meningite pneumococcica ed una sepsi di origine ignota che ha provocato il decesso di una donna di 66 anni. Pur senza evidenziare criticità dal punto di vista epidemiologico, si evidenzia ancora la necessità di migliorare la copertura vaccinale per meningococco e pneumococco nei soggetti con patologie a rischio (asplenici, diabetici, immunodepressi, etc), mentre risulta evidente che con l’introduzione della vaccinazione nei nuovi nati i casi di malattia invasiva da meningococco C si sono praticamente azzerati.

Sono stati, inoltre, segnalati 6 casi di legionellosi, patologia il cui lieve aumento negli ultimi anni è attribuibile essenzialmente ad una maggiore accuratezza diagnostica.

Per quanto concerne le patologie parassitarie cutanee, sono stati notificati 28 casi di scabbia con piccoli focolai a livello familiare.

Tra le malattie di importazione, si è registrato un caso di febbre tifoide contratto in Madagascar.

Le malattie a trasmissione sessuale risentono di evidenti limiti di notifica: nel 2012 sono stati comunque segnalati 4 casi di sifilide.

In sintesi, il quadro epidemiologico delle malattie infettive nell’Asl 11 non mostra particolari preoccupazioni. Ciò non deve però fare abbassare il livello di attenzione su tutte quelle pratiche preventive ormai dimostratesi ampiamente efficaci, innanzitutto le vaccinazioni (sia dei bambini che degli adulti e soprattutto dei soggetti con patologie a rischio), ma anche gli interventi di prevenzione ambientale e l’attenzione all’adozione delle comuni norme igieniche e dei corretti comportamenti per prevenire possibili contagi.

 

 

 

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