Vai al contenuto

Luci e ombre della chirurgia estetica: incontro al MAT

Si richiede più collaborazione tra chirurgo estetico e psichiatra o psicologo

locandinaVenerdì 7 marzo, alle ore 18.30, nella sede del MAT-Museo dell’Alto Tavoliere, si terrà l’incontro-dibattito Luci  e ombre della chirurgia estetica”, con il famoso chirurgo estetico il professor Marco Gasparotti. Modera Antonella Caruso, giornalista del “Corriere del Mezzogiorno”. Presenta Elena Antonacci, direttrice del Mat-Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo.

Durante l’incontro saranno affrontate le poliedriche e contraddittorie implicazioni sottese alla chirurgia estetica e chiariti i dubbi, in un dibattito che si preannuncia animato e di grande attualità, proprio a ridosso della giornata dedicata alla Donna. Nell’epoca in cui tutto sembra ruotare intorno all’apparenza, al sentirsi belle e giovani, al rispetto dei canoni di bellezza imposti dalla moda, vi è il rischio che, nell’ambito della Chirurgia plastica, il confine tra Etica ed Estetica diventi sempre più labile e che la Chirurgia estetica diventi un business che si insinui in maniera insidiosa tra abusi e disagio emotivo.

Nasce da queste riflessioni l’incontro con il professore Marco Gasparotti, promosso dal MAT Museo dell’Alto Tavoliere, che da mesi sta dedicando le proprie attività, con mostre, reading, performance letterario-musicali, al tema sociale dei disagi  femminili, e promosso anche dall’ International Inner Wheel Club di San Severo,  il cui motto internazionale è, per quest’anno, “We, for Women”.

Marco Gasparotti è riconosciuto come uno dei cento chirurghi plastici migliori al mondo dallo Sherrell Aston Institute di New York; ha operato, nei suoi 35 anni di carriera, grandi personaggi del panorama internazionale. E’ docente di Chirurgia Estetica presso l’Università di Siena, membro di riconosciute Società Internazionali di Chirurgia Plastica ed Estetica; noto personaggio televisivo ed autore di prestigiosi contributi scientifici, nonché di bestsellers sull’argomento.

La chirurgia estetica – ha dichiarato Gasparotti – va fatta con umiltà, perché è una chirurgia difficile e di dettagli, che non deve inseguire la bellezza ma deve tirare fuori dall’anima il fascino che è nascosto, altrimenti non serve a nulla. È una chirurgia che deve operare persone sane non di fisico, ma di mente, perché essa ha buon senso su persone di buon senso. Non deve diventare una droga o un’ossessione, infatti il 45% dei miei pazienti vengono da me scartati, perché mentalmente non adatti”.

 

La chirurgia estetica negli ultimi anni ha portato ad un’omologazione degli esseri viventi; stiamo assistendo ad una forma esasperata di chirurgia estetica che ha contribuito ad alimentare un processo di disumanizzazione. E quella che prima era una pratica riservata a pochi, oggi è estesa a tutti gli strati sociali, dovuto anche al moltiplicarsi di cliniche che offrono trattamenti di bellezza e di chirurghi che si dicono estetici. Il fenomeno suscita non poche preoccupazioni.

I modelli estetici femminili veicolati dai media, oltre a essere difficilmente raggiungibili per vie naturali, sono sempre più globalizzati e pervasivi. E non solo: una quantità di disturbi emotivi di origine diversa trova nel corpo della donna il perfetto terreno di battaglia e le trasforma nelle vittime inconsapevoli del marketing chirurgico.

Diverse ricerche scientifiche sottolineano l’importanza di una maggiore collaborazione tra chirurgo estetico e psichiatra o psicologo, per determinare la vera motivazione alla base del miglioramento chirurgico e per evitare interventi di chirurgia estetica su pazienti che presentano disturbi psichiatrici, i quali non potrebbero beneficiare in nessun modo dell’operazione, a prescindere dal buon esito clinico. La serata si concluderà con un brindisi offerto ai presenti. L’incontro è realizzato con la collaborazione degli operatori culturali del “Consorzio Libero”  Leonardo Avezzano,Gioseana DiomedeAmbra IngleseValentina GiulianiGraziano UrbanoAntonello Vigliaroli e con l’ausilio diFrancesca OgnissantiRaffaella SaccoGiuseppe Di Iorio