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Londra, 250 esperti riuniti nel Global Health Summit, il più grande meeting internazionale sulla salute

Il presidente AIFA, invitato dal primo Ministro Cameron: “Il sistema sanitario italiano funziona, ma serve più attenzione alle politiche di prevenzione. Il nostro Paese secondo al mondo per longevità”. La sfida è garantire a tutti i cittadini del mondo l’accesso alle cure. Il divario tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo rischia di diventare insanabile. Solo l’innovazione e la promozione di stili di vita corretti, che includano lo sport e una dieta equilibrata, rappresentano la chiave per sconfiggere l’epidemia di malattie croniche, che potrebbe mettere in ginocchio i sistemi sanitari di tutti i Paesi. Londra, città olimpica, diventa Oggi l’11% della popolazione mondiale ha più di 60 anni, si calcola che nel 2030 questa percentuale salirà fino al 17% e nel 2050 al 22%. E l’Italia si colloca ai vertici della classifica della longevità: è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per aspettativa di vita”. In base alla “Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010” del Ministero della Salute gli italiani vivono sempre più a lungo: dei 60.626.000 abitanti censiti al primo gennaio 2011, ormai oltre uno su cinque (il 20,3%) ha più di 65 anni, mentre i giovani fino a 14 anni sono il 14% e la popolazione in età attiva (15 – 64 anni) è pari a meno dei due terzi del totale. La speranza di vita alla nascita è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne. Ma, in base ai dati Istat, la percentuale di sedentari nella popolazione italiana è del 38,3%: si tratta di più di 22 milioni di persone che dichiarano di non praticare attività fisica nel tempo libero. “Il nostro sistema sanitario funziona – continua il prof. Pecorelli -, perché garantisce le cure a tutti i cittadini. Il CONI e la Federazione Medico Sportiva Italiana sono attivi con progetti importanti ma è necessario che tutte le Istituzioni si impegnino di più per far comprende i rischi legati alla sedentarietà. Anche l’innovazione, che include sia i nuovi farmaci che le tecnologie, è essenziale perché da un lato permette di curare i malati, dall’altro di sviluppare i sistemi economici dei Paesi. Solo così i sistemi sanitari potranno superare la sfida della sostenibilità”.

I temi affrontati nel Global Health Summit spaziano dalle cure primarie alla salute materno-infantile ai moderni modelli di sviluppo fino al finanziamento dei sistemi sanitari. Il meeting, che si svolge nel prestigioso Guildhall Palace (Gresham Street), è realizzato in collaborazione con l’Imperial College London ed è presieduto da Lord Green of Hurstpierpoint, Ministro di Stato inglese per il Commercio e gli Investimenti, e dal Professor Lord Darzi di Denham, presidente dell’Institute of Global Health Innovation all’Imperial College London, già ministro della sanità inglese e chirurgo di fama mondiale. “In Italia – sottolinea il prof. Pecorelli – abbiamo avviato un progetto virtuoso, ‘Il ritratto della salute’, che riunisce le principali Società scientifiche italiane con l’obiettivo di promuovere e diffondere la corretta comunicazione e la ‘medicina dei sani’, fondata sulla comprensione dei bisogni per fornire corrette informazioni e strumenti idonei per adottare stili di vita adeguati”. Circa il 60% della popolazione mondiale è al di sotto dei livelli raccomandati di attività fisica. In base ai dati delle Nazioni Unite nel 2008 sono morti 57 milioni di persone, 36 (il 63%) a causa di malattie croniche. Si calcola che entro il 2030 questa cifra salirà a 52 milioni. “È necessario – conclude il prof. Pecorelli – che i governi agiscano quanto prima per frenare questa epidemia”.