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L’Italia “non è un Paese per vecchi”

Siamo al ventisettesimo posto tra quelli in grado di garantire il benessere delle persone anziane

anzianiL’Italia occupa il ventisettesimo posto nella graduatoria dei paesi dove si può invecchiare meglio, preceduta di poco da Argentina e Repubblica Ceca. E’ ciò che emerge dall’indice “AgeWatch”, creato per misurare  il “benessere” delle persone anziane. E’ stato realizzato con il supporto del Fondo delle Nazioni Unite per le Popolazioni e la collaborazione del Centre for Research on Ageing dell’università di Southampton in Inghilterra.

I parametri presi in considerazione vanno dall’assistenza, al tipo di istruzione, alla possibilità di lavorare  e alla disponibilità di ambienti adatti alle proprie esigenze. Lo scopo dell’indice è appunto quello di evidenziare quanto le Nazioni fanno per gli over 60, porzione di popolazione ormai in aumento ( l’11% della popolazione mondiale). “Il mondo sta invecchiando – riferiscono gli esperti – Nei prossimi anni la percentuale degli over sessanta crescerà fino a raggiungere la quota del 16% nel 2030  e del 22% nel 2050. Ignorare questa categoria di popolazione sarebbe un errore. L’indice non serve solo a individuare quei Paesi dove si è fatto di più ma a spingere quelli che hanno fatto meno a adeguarsi e a intervenire nelle aree più critiche”.

I dati usati per la realizzazione dell’indice provengono da fonti attendibili come la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Institute for Health Metrics, e il database Gallup World Poll. Ai primi posti per qualità di vita degli anziani si sono classificati paesi come Svezia e Norvegia, seguite da Germania, Olanda, Canada.

Gli over 60 nel nostro Paese costituiscono il 27 per cento della popolazione – continuano gli esperti – e siamo il secondo Paese più vecchio al mondo (nel 2050 diventeranno il 38 per cento), tuttavia per l’impiego e un’istruzione superiore siamo solo al 62° posto. Va un po’ meglio per la vivibilità degli ambienti (siamo comunque al 53esimo posto) e al 15esimo per la salute grazie a un’aspettativa di vita alta. Risaliamo la classifica, infine, sulla sicurezza economica. Siamo al sesto posto grazie all’elevato Pil pro capite. Questo anche grazie al fatto che le pensioni vengono erogate a tutti. Occorre però sottolineare il fatto che i valori provengono da una media generale che considera sia le pensioni più alte sia le baby pensioni e gli assegni minimi, che in realtà sono ben lungi dal poter essere considerati mezzi in grado di garantire un giusto tenore di vita”.