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L’infertilità maschile è la prima causa di ricorso alla procreazione assistita

In una coppia su due è il maschio ad avere problemi. Gli stili di vita e il tempo influiscono sulla salute riproduttiva dell’uomo», spiegano dal centro di medicina della riproduzione ProCrea. L’infertilità dell’uomo è la prima causa del ricorso alla procreazione assistita. «A fronte di un crescente ricorso alle tecniche di procreazione assistita, l’infertilità di tipo maschile interessa circa una coppia ogni due», spiega Cesare Taccani, specialista in medicina della riproduzione del centro per fertilità ProCrea di Lugano (Svizzera) dove ogni anno si rivolgono più di mille coppie italiane.I dati contenuti nella relazione sulla procreazione medico assistita, che il Ministro della Salute ha presentato in Parlamento, lo confermano: il fattore di infertilità di tipo maschile costituisce la prima causa di infertilità tra le coppie di pazienti con il 32,7 per cento. Se a questo si aggiungono le coppie che soffrono di una infertilità mista, sia di tipo maschile che femminile, la relazione arriva ad affermare che “le coppie in cui è presente una patologia maschile ammontano al 50,7 per cento del totale”. Quindi, tra quanti si rivolgono ai centri di medicina della riproduzione, in una coppia su due il “problema” è rappresentato dall’uomo.

Situazione del tutto simile a quella italiana viene rilevata anche in Svizzera. Secondo l’ufficio federale di statistica, nel 2010 la sterilità maschile è stata rilevata nel 45,2 per cento delle coppie che si sono rivolte ai centri di procreazione assistita; la sterilità femminile nel 17,3 per cento dei casi, mentre cause sia maschili che femminili nel 25 per cento. Resta un 11 per cento dei casi dove la sterilità è idiopatica, quindi senza alcuna spiegazione scientifica.

«Tra Italia e Svizzera i numeri variano di poco. Due i dati centrali: la sempre maggiore presenza di problemi sul fronte maschile e la necessità di fare un’azione di prevenzione a favore della salute riproduttiva nell’uomo», continua Taccani. «Nella maggior parte dei casi parliamo di situazioni di infertilità dettate da un basso numero di spermatozoi sani o da problemi con la funzionalità spermatica tali da rendere difficile la fertilizzazione dell’ovocita in condizioni normali». L’elevata incidenza dei problemi maschili però non deve eccessivamente preoccupare. «In molti casi i problemi di infertilità possono essere curati o comunque superati», precisa lo specialista di ProCrea. «Solamente nel 3% delle coppie infertili vi è una condizione di azoospermia, per cui è necessario ricorrere alla fecondazione eterologa mediante donazione di spermatozoi». La fertilità maschile, pur essendo più longeva rispetto a quella femminile, è però influenzata negativamente da fattori esterni e interni. «Infezioni trascurate, iperstrogenismo alimentare e ambientale e stress sono tra le principali cause che provocano infertilità nell’uomo – ricorda Taccani -. Occorre però tenere presente anche il fattore tempo: la fertilità di un venticinquenne infatti non è uguale a quella di un uomo di 50 anni. L’età media del partner maschile che si rivolge al nostro centro è ormai superiore ai 40 anni: anche gli uomini tendono a posticipare sempre più la decisione di diventare padri».Tra le altre cause di infertilità rilevate nelle coppie che si rivolgono ai centri specializzati di procreazione assistita ci sono quelle femminili come infertilità endocrina-ovulatoria (nel 16 per cento dei casi), endometriosi (4,5%) e fattori tubarici parziali, ovvero funzionalità delle tube alterata (3,5%).