Vai al contenuto

L’anomalia della sanità made in USA

Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane martedì 30 ottobre alla Cattolica di Roma la presentazione del libro di Giorgio Freddi, emerito dell’Università di Bologna.Ne discuterà con l’autore il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi in occasione dell’Open Evening dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari della Cattolica. Perché gli USA, leader mondiali nella ricerca medica e dotati di straordinarie strutture diagnostico-terapeutiche, spendono il doppio dei Paesi europei per proteggere a mala pena il settanta per cento della popolazione e si caratterizzano non solo per livelli bassi di efficienza ed efficacia, ma anche per una insoddisfacente qualità dell’assistenza e, quindi, della salute della popolazione? Questa sostanziale domanda di particolare attualità alla vigilia delle elezioni presidenziali statunitensi giustifica il titolo del libro “L’anomalia americana. Perché è tanto difficile, se non impossibile, riformare la sanità statunitense” edito da Vita e Pensiero e scritto da Giorgio Freddi, professore emerito nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna, che sarà presentato all’Università Cattolica di Roma in occasione dell’“Open Evening” dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS).La presentazione avrà luogo martedì 30 ottobre, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, presso il Polo didattico “Giovanni XXIII” della Cattolica di Roma (Largo F. Vito,1).

Ne discuterà eccezionalmente con l’autore il Ministro per i Beni e le Attività Culturali prof. Lorenzo Ornaghi, ordinario di Scienza politica alla Cattolica di Milano e Direttore dell’Alta scuola di Economia e relazioni internazionali (ASERI).

Introduce la conversazione il professor Americo Cicchetti, Ordinario di Organizzazione aziendale allaCattolica e Direttore di ALTEMS.

La scheda del libro “L’anomalia americana”

I sistemi politici dell’Europa occidentale hanno avviato a soluzione il problema della sanità alla metà del secolo scorso mediante un massiccio intervento pubblico che, pur in presenza di varianti da paese a paese, è caratterizzato da due criteri: copertura universale e obbligatoria delle popolazioni e sua gestione, diretta o indiretta, da parte dello stato. Opposta, a tutt’oggi, la situazione negli USA: una disarticolata frammentazione di subsistemi incomunicanti, privati e, in misura minore, pubblici, in assenza di una copertura obbligatoria e universalistica. Situazione che gli studiosi americani spiegano ricorrendo a due modelli interpretativi: una cultura politica ostile a ogni forma di gestione statale, e un sistema decisionale ricco di opportunità di veto. Non è questa, pur radicale, differenza fra USA ed Europa che giustifica il titolo del volume. La vera anomalia si può sintetizzare così: perché gli USA, leader mondiali nella ricerca medica e dotati di straordinarie strutture diagnostico-terapeutiche, spendono il doppio degli europei per proteggere a mala pena il settanta per cento della popolazione, e si caratterizzano non solo per livelli bassi di efficienza ed efficacia, ma anche per una insoddisfacente qualità dell’assistenza e, quindi, della salute della popolazione? La risposta è stata costruita mediante una comparazione storica della medicina moderna in Europa e in America. Entrambe sono passate attraverso gli stessi stadi di sviluppo – creazione della medicina scientifica, transizione da un’assistenza elitaria a una di massa, managerializzazione della sanità – ma assai differenti i modi con cui sono stati percorsi. Il risultato è che, negli USA, il milieu sanitario esercita un monopolio assoluto sulla professione medica e il suo esercizio con il doppio obiettivo della massimizzazione dei profitti e dell’esclusione del ruolo gestionale dello stato. Un monopolio dapprima esclusivamente corporativo esercitato dall’American Medical Association fino agli anni settanta del secolo scorso, e da allora allargato in una più flessibile e inclusiva struttura chiamata Medical Industrial Complex, dove, oltre ai medici, sono confluiti finanzieri, manager, l’industria farmaceutica e medicale e le compagnie di assicurazione. Monopolio che ha resistito con risultati schiaccianti ai tentativi di intaccarlo portati da vari presidenti, a cominciare da Harry Truman. Monopolio per la prima volta sfidato frontalmente dal progetto di riforma del presidente Obama e dallo stesso formalmente ridimensionato ma, di fatto, ancora una volta riemerso come invulnerabile.

L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari

Istituita nel 2009 dall’Università Cattolica di Roma,l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) raccoglie l’esperienza maturata dalle Facoltà di Economia e di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” che già nei primi anni ’90 hanno avviato programmi di ricerca e formazione sull’economia e il management in sanità. La mission di ALTEMS è la progettazione e la realizzazione di programmi di formazione economico-manageriale post-laurea per l’aggiornamento e il perfezionamento professionale di tutti coloro che operano nell’ambito del settore sanitario e del suo indotto industriale, attraverso Master universitari, (di primo e secondo livello, anche con orientamento executive), Corsi di perfezionamento e Dottorati di ricerca nell’ambito dell’economia e del management sanitario, assegnando particolare attenzione al mondo delle istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana.