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La sigaretta elettronica: le considerazioni degli esperti

Le sigarette elettroniche sono state fabbricate all’inizio degli anni 2000 in Cina con l’intento di imitare il sistema di assorbimento della nicotina, come avviene attraverso una normale sigaretta, escludendo gli effetti dannosi derivanti dalla combustione del tabacco.

Negli ultimi anni l’uso delle sigarette elettroniche si è diffuso un po’ ovunque, ormai sono circa 1500 i punti vendita e circa 400 mila le persone che ne fanno uso: si prevede che a fine anno si arriverà al milione di persone. Secondo la Doxa in Italia il 7,3% delle persone ha sperimentato la nicotina vaporizzata. Molto spesso le sigarette elettroniche sono commercializzate come strumento che aiuta a smettere di fumare e come metodo per ridurre i danni derivanti dal fumo passivo, non emettendo il fumo della combustione del tabacco. In verità sono diverse le questioni controverse, come quella riportata dalla Commissione Europea relativamente alla significativa differenza tra livelli veri di nicotina e quelli riportati in etichetta; per l’Istituto europeo di oncologia di Milano la variabilità del livello di nicotina erogata dalle sigarette elettroniche non permette il loro utilizzo per smettere di fumare. L’assimilazione elevata delle sigarette elettroniche, più veloce rispetto alla normale combustione del tabacco della nicotina, implica quantità elevate in tempi rapidi provocando tachicardia, aritmia e ipertensione che si iniziano ad osservare nei Pronto soccorso degli ospedali, recentemente è stato osservato che la sigaretta elettronica può avere effetti sul sistema respiratorio: sono stati rilevati nel breve termine cambiamenti nella funzionalità respiratoria quali costrizione e infiammazione delle vie aeree. Una ricerca uscita alla fine del 2012 su “Nicotine and tabacco research” ha analizzato quanta nicotina viene aspirata attraverso 16 diversi modelli di sigarette elettroniche, con cartucce che possono contenere nicotina a differenti concentrazioni oppure esserne prive. Le sigarette elettroniche sollevano preoccupazione per la salute pubblica in quanto rappresentano, per certi aspetti, una “nuova moda” e sono considerate innocue: potrebbero essere un rischio di inizio al fumo di sigaretta normale a base di tabacco e di potenziale dipendenza dalla nicotina. Le sigarette elettroniche, inoltre, potrebbero riattivare l’abitudine al fumo per gli ex fumatori.

“Se ne deduce- riferisce il direttore del Dipartimento per le dipendenze Andrea Finessi- che i dubbi espressi dall’Organizzazione mondiale della sanità in uno specifico documento del 2012 avvalorano l’idea che il mercato delle sigarette elettroniche ha bisogno di regole,  perché mancano ancora precisi studi scientifici sui loro effetti per la salute e sulle indicazioni dei rischi, oppure se si possono definire strumenti con finalità sanitarie in quanto contribuiscono a far smettere di fumare, anche se a tutt’oggi non sembrano funzionare per questo scopo. Un altro importante aspetto è che, tramite le sigarette elettroniche, si continua ad assorbire nicotina, che non è certo salutare, pensando di non farlo o di farlo in modo innocuo”.