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La Morte Improvvisa dello Sportivo; una sciagura che investe le coscienze civiche, cliniche e sportive del nostro Paese

Viste le recenti morti che hanno coinvolto numerosi atleti sportivi come quelle del calciatore Piermario Morosini, del pallavolista Vigor Bovolenta e del nuotatore norvegese Dale Oen, è essenziale fornire una serie di corretti messaggi. L’incidenza di morte cardiaca improvvisa è di 0,9/100,000/anno per i soggetti non sportivi e di 2,3/100,000/anno fra gli sportivi. La MIS è più frequente negli uomini (90%) e nei soggetti di età inferiore ai 35 anni (75%). Gli sportivi più colpiti sono quelli di basso livello agonistico (80%), cioè i dilettanti.“Abbiamo organizzato questa giornata, perché è importante che un problema come questo riceva tutte le attenzioni possibili. Bisogna che simili disgrazie siano di esempio per una maggiore responsabilità e impegno da parte di tutte le componenti, non solo sportive, comprese Società e Associazioni scientifiche di cardiologia, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e predittività del rischio di morte improvvisa nello sport”. Ha dichiarato il Senatore Antonio Tomassini, Presidente della 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione.“In tutto il mondo ci riconoscono una medicina sportiva all’avanguardia, ma senz’altro possiamo e dobbiamo incrementare gli strumenti della prevenzione. Sarebbe infatti necessaria un’adeguata formazione del personale medico sportivo sulla rianimazione cardiopolmonare a bordo campo, dove dovrebbero essere anche più diffusi i defibrillatori elettrici. In particolare, per gli atleti che abbiano un’ereditarietà in famiglia o che presentino piccole anomalie da un elettrocardiogramma, la sequela deve essere: eco, imaging e screening genetici, solo così eviteremo di vedere giovani atleti morire in campo”. Ha affermato il Senatore Raffaele Calabrò, Componente della 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato.

La morte improvvisa di un atleta presuppone il concorso di almeno due fattori fondamentali: l’esercizio fisico di intensità significativa ed un substrato patologico, generalmente di natura cardiovascolare. Questi ultimi in larghissima parte sono costituiti da cardiopatie o anomalie cardiache “silenti”. Nei soggetti con più di 35 anni morti improvvisamente durante l’attività sportiva, il riscontro autoptico più frequente è l’aterosclerosi coronarica (oltre l’80%). Da questo ne consegue: ischemia, poi infarto acuto del cuore e infine la morte improvvisa. In sportivi più giovani, invece, si riscontrano spesso anomalie congenite dell’origine e del decorso delle arterie coronarie e malattie del miocardio che, a questa età, sono quasi sempre di origine genetica.Possono anche accadere squilibri ionici e/o metabolici che si verificano nella disidratazione il che provoca un calo della concentrazione ematiche di magnesio, o di potassio, o della glicemia, tipiche della maratona, o di una partita di calcio in un ambiente torrido. Infine lo stress psichico è da tempo riconosciuto un elemento chiave nel determinare la morte improvvisa in generale e anche dello sportivo (prevalenza di eventi fatali nelle competizioni ufficiali rispetto agli allenamenti).I criteri per la concessione dell’idoneità sportiva agonistica devono comunque variare in rapporto allo sport praticato, all’impegno cardiocircolatorio e alla presenza del “rischio intrinseco” di alcune specifiche discipline (sport motoristici, paracadutismo, attività subacquee, etc.). Il Convegno è stato promosso dall’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, dalla Fondazione ‘Giorgio Castelli’ Onlus, dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, da Sport Without Borders e dalla Public Affairs Association, e ha avuto il patrocinio dal Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Salute, Ministero Affari Regionali Turismo e Sport, FMSI, CONI, ANMCO, SIC e SIC Sport.Durante l’Evento, Sport Without Borders, Fondazione Castelli e Public Affairs Association avranno l’occasione per lanciare una Campagna, dal titolo ‘I LOVE MY HEART’ che vedrà coinvolti numerosi testimonial dello sport e dello spettacolo con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’acquisto di defibrillatori e nel cercare di formare gli operatori sportivi.