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La missione del chirurgo in contesti di guerra: operare in situazioni estreme

Confrontarsi con emergenze umanitarie, operare in zone di conflitto e disagiate è  una delle prove più difficili per un medico, in particolare modo per un chirurgo, quasi sempre non potendosi avvalere delle sofisticate tecnologie che oggi fanno parte del contesto in cui opera. Occorre per questo sapersi adattare a nuovi paradigmi e acquisire conoscenze e una formazione adeguata a fronteggiare situazioni estreme.  È da questa particolare visione della missione del medico che nasce il seminario “Chirurgia di guerra e non: situazioni estreme promosso dalla Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell’Università Cattolica, diretta dal prof. Giovanni Battista Doglietto e dalla Unità Operativa di Chirurgia d’Urgenza del Policlinico A. Gemelli, diretta dal prof. Daniele Gui. Il seminario, che si svolgerà domani, mercoledì 17 ottobre nell’Aula 615 del Policlinico A. Gemelli di Roma,  ore 18.00,  sarà tenuto da Mauro Dalla Torre, medico chirurgo della Croce Rossa Internazionale di Ginevra e Regional Surgeon for Africa.

Nella sua relazione Dalla Torre illustrerà, con l’ausilio di originali filmati e diapositive raccolti durante i suoi incarichi di medico in Palestina, Uganda, Etiopia, Sudan, come si svolge l’attività di “chirurgo di guerra” in Paesi devastati dai conflitti, in situazioni estreme e negli scenari più duri.

“Il seminario – spiega Maurizio Foco, ricercatore dell’Istituto di Clinica Chirurgica Generale dell’Università Cattolica e promotore dell’evento formativo – è indirizzato in particolare agli specializzandi di Chirurgia, Anestesiologia e Radiologia.

Discuterà con Dalla Torre il giornalista Gerardo Pelosi, inviato speciale de Il Sole 24 Ore, esperto di tematiche internazionali riguardanti l’attualità politica ed economica, l’ambiente e lo sviluppo.

 

A questo primo seminario si lega un secondo evento formativo dedicato ad altre situazioni in cui la professione medica si svolge in condizioni estreme e cioè dedicato alla “Spedizione Antartica 2012-13” promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal Consiglio Nazionale di Ricerche e dall’Ente per le nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, che consentirà a scienziati e ricercatori italiani di proseguire gli studi sui cambiamenti climatici, sui nuovi prodotti farmaceutici e sull’adattamento degli esseri viventi alle basse temperature.