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La Medicina e il Web: è la rete il nuovo punto di riferimento dei pazienti?

Oggi, digitando in rete il termine inglese “Infertility support” si apprende  dell’esistenza di  23.300.000 link che richiamano ad altrettanti siti dedicati al tema dell’infertilità. A questi, si aggiunge un totale di 15.500.000 link ai Forum.Proseguendo nella ricerca, si scopre l’esistenza di 125.000 link a Forum in lingua italiana e di circa  424.000 link collegati a Centri specializzati nel trattamento dell’infertilità.Già da dieci anni il Web rappresenta la maggior fonte di informazione sui temi di salute per le donne. Allora, il Journal of the American Medical Association aveva condotto una prima analisi sulla qualità di 197 siti che trattavano di infertilità: soltanto il 2% rispondeva ai criteri considerati alla base di una “divulgazione responsabile”. La rivista medica cercò quindi di fornire ai medici una serie di strumenti che avrebbero dovuto condividere con i pazienti.“È evidente che i punti di riferimento in Medicina stanno cambiando radicalmente – concordano nel dichiarare le dottoresse Claudia Livi ed Elisabetta Chelo del Centro Demetra di Firenze ed organizzatrici dell’evento; è mutato il modo di reperire informazioni da parte dei pazienti, il modo di comunicare le proprie esigenze ed, infine, il dialogo con gli specialisti.”

“In Italia e nel mondo esistono ormai moltissimi centri di eccellenza per il trattamento dell’infertilità – ha aggiunto la dott.ssa Claudia Livi –  che applicano le tecniche di riproduzione assistita con buonissimi standard. Eppure, quello su cui si differenziano i centri e’ proprio il livello di comunicazione con i pazienti e il loro metterli al centro del percorso terapeutico. Questa e’ la vera scommessa del futuro. E’ ampiamente dimostrato – ha concluso la dott.ssa Livi – che la “fuga” dal trattamento (il cosi detto drop-out) costituisce uno dei problemi maggiori della procreazione medicalmente assistita; sono state fatti molti studi su come ridurlo, ma certamente il piu’ forte deterrente e’ costituito da una buona relazione fra i pazienti e lo staff del centro”.

Le esigenze dei pazienti sono cambiate – ha dichiarato la dott.ssa Elisabetta Chelo – e con loro, sono mutate le tradizionali modalità di relazione tra medico e paziente.   Oggi  – ha aggiunto l’esperta – è’ entrata in crisi una modalità di relazione che potremmo definire paternalistica, per lasciare il  posto ad un sistema di condivisione delle scelte. Il paziente ha diritto, e in qualche modo, il dovere, di sapere e di compartecipare le scelte e le decisioni che lo riguardano ed è indubbio che le tematiche dell’infertilità, in tutta la loro complessità, non possono sottrarsi a questo profondo mutamento.

Tuttavia, bisogna domandarsi se i medici di oggi siano adeguatamente formati per rispondere alle nuove esigenze dei pazienti e per relazionarsi con loro nel rispetto di esse.  All’estero, per esempio, come dare una brutta notizia, è oggetto di specifico insegnamento, mentre in Italia è lasciata all’improvvisazione e all’esperienza e mestiere di ciascuno. A mio parere – ha quindi concluso la dott.ssa Chelo –  resta ancora molto da fare e molti aspetti della comunicazione sono ancora carenti. I medici non hanno avuto una formazione specifica per interloquire con i pazienti secondo modalità differenti da quelle tradizionali.”

Alla luce di questo nuovo scenario, l’incontro promosso dal Centro di procreazione assistita Demetra di Firenze si prefigge, quindi, di riunire le diverse figure professionali coinvolte nel processo di comunicazione con i pazienti in procinto di intraprendere un percorso per il trattamento dell’infertilità e di individuare i criteri per il riconoscimento dei punti di riferimento più autorevoli  in materia.

Da un lato, esperti ed autorevoli ginecologiostetrichebiologi e psicologi, dall’altro testimonianze provenienti dal mondo dell’informazione e dei mass media, sempre più  attento alle tematiche legate all’infertilità.

L’incontro ha l’intento di chiarire se, e come, il panorama dell’informazione sia cambiato, quali informazioni vengano ricercate in rete e quali strumenti abbiano i pazienti per stabilirne l’affidabilità, quali rischi e quali opportunità offra loro il web. Lungi dal voler demonizzare la rete e le nuove fonti di informazione, l’evento intende ribadire che tutte le figure professionali chiamate a supportare le coppie infertili nel proprio delicato percorso terapeutico, devono confrontarsi ed adeguarsi ad una realtà ormai fortemente mutata e caratterizzata da un sistema di comunicazione radicalmente diverso.