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La Fondazione Policlinico Mangiagalli di Milano all’avanguardia in Italia nel trapianto di rene

40 anni fa, il 22 maggio 1969, al Policlinico di Milano, su iniziativa del professor Edmondo Malan, allora Direttore della Clinica Chirurgica, affiancato dal professor Antonio Vegeto e della prof.ssa Luisa Berardinelli, fu eseguito il primo trapianto renale nell´uomo in Lombardia.
In occasione del 40° anniversario, si tiene proprio a Milano il 33° congresso della Società Italiana Trapianti d´Organo-SITO (13-15 dicembre 2009 – Milano, Hotel Marriott) che rappresenta "un degno e prestigioso coronamento – afferma la prof.ssa Berardinelli, Presidente del Congresso e Direttore della UO di Chirurgia generale e dei Trapianti di Rene della Fondazione Policlinico Mangiagalli – per festeggiare i nostri primi quarant´anni".
Durante i lavori verranno trattate le problematiche non solo dei trapianti di rene, ma anche di fegato, di cuore, di intestino. Si parlerà della possibilità di estendere le donazioni da vivente con i trapianti crociati fra coppie che presentano candidati riceventi incompatibili, dei trapianti in blocco da donatori ultrasettantenni, dei nuovi farmaci antirigetto, come la rapamicina e il Sirolimus, che prevengono l´insorgenza delle neoplasie, temibili complicanze potenziali della terapia immunodepressiva con inibitori delle calcineurine, attualmente usate.
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti, resta, però, aperto il problema di come soddisfare il crescente incremento di richieste di trapianto, con una disponibilità ormai apparentemente statica delle donazioni da donatori deceduti. Durante il Congresso si parlerà anche delle proposte di acquisire organi dai donatori a cuore fermo, con utilizzo di sistemi di perfusione continua del rene.
In 40 anni di attività, il Centro dell´Ospedale Maggiore, ora Fondazione IRCCS Policlinico Mangiagalli, è divenuto il più ampio d´Italia per il trapianto di rene, sia per l´adulto, che per il bambino, con oltre 2.860 trapianti renali, sia da donatore deceduto, sia da vivente. Presso il Padiglione Zonda, ora totalmente ristrutturato, sono attive 5 sale operatorie all´avanguardia con strumentazioni sofisticate, che consentono di eseguire tutti gli interventi di trapianto (con esclusione del trapianto cardiaco), di chirurgia generale e videolaparoscopica.
Le sale di degenza dei pazienti uremici e trapiantati di rene si trovano al primo piano dello Zonda, in stanze ad uno o due posti letto,dotate di servizi, aria condizionata e apparecchiature informatiche. Sullo stesso piano si trova la degenza dei candidati al trapianto, e trapiantati, di fegato, che utilizzano le stesse terapie immunodepressive. Ristrutturata completamente è anche la Radiologia, con sofisticate apparecchiature per gli interventi di radio interventistica, particolarmente utili nei pazienti trapiantati, e la terapia intensiva post-chirurgica.
Il Centro del Policlinico è diventato un punto di riferimento per i centri-trapianto nascenti: in pratica, quasi la totalità dei chirurghi Italiani che effettuano oggi i trapianti di rene ha frequentato le sale operatorie del padiglione Zonda. Il "team volante" del Policlinico ha eseguito circa 4.000 prelievi di rene, in sede o recandosi in altre città d´Italia, e favorendo così la nascita di nuovi centri di prelievo e trapianto. Il Centro del Policlinico si caratterizza per:
• accettare per trapianto reni " non ottimali", per presenza di anomalie arteriose, vasi renali multipli, danni al prelievo, aterosclerosi, anomalie urologiche o parenchimali, che vengono scartati da altri centri. Questi organi vengono resi idonei utilizzando tecniche microchirurgiche originali con una " preparazione al banco" in ipotermia, che dà la massima garanzia di successo e i minori rischi per il ricevente. Oltre un quarto della casistica attuale è costituita da questi reni anomali trapiantati con successo e altrimenti destinati allo scarto.
• trapiantare pazienti che presentano situazioni cliniche complesse, come malformazioni gravi delle vie urinarie, uropatie ostruttive, vesciche neurologiche … policistosi epato-renale, reni a ferro di cavallo …, alcuni di questi portati a termine con la collaborazione di altri specialisti del Policlinico.
• ri-trapiantare pazienti per la seconda/terza volta, dopo che il primo trapianto ha perduto la funzione magari dopo molti anni
• praticare accessi vascolari per emodialisi in pazienti complessi, provenienti da tutta l´Italia, di cui si ha una massiccia esperienza di oltre 16.000 interventi
• accettare donazioni da vivente ad alto rischio tecnico, avendo le possibilità di risolvere con la microchirurgia situazioni altrimenti destinate all´insuccesso.
"Le sfide e le aspettative che ci attendono sono ancora molte – conclude la prof.ssa Luisa Berardinelli. Sempre più si parla di rigenerazione tissutale, di cellule staminali, di nuove frontiere per la tolleranza d´organo. Forse un giorno i trapianti , così come li intendiamo ora, faranno solo parte della storia della medicina, ma sarà una storia che saremo orgogliosi di avere vissuto in prima persona".