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La Fondazione Melanoma: “Il bracialetto ti salva la pelle, quando cambia colore, troppi rischi per i danni del sole”

Un braccialetto contro i danni del sole. Quando i raggi UV diventano pericolosi per la pelle, cambia colore (da bianco a viola) per avvertire che il limite di guardia è stato raggiunto. È distribuito in questi giorni nelle scuole elementari della Campania e, a partire da fine giugno, negli stabilimenti balneari della Regione. ‘Il braccialetto ti salva la pelle’ è lo slogan della campagna di informazione con cui la Fondazione Melanoma vuole raggiungere in particolare i più giovani per sensibilizzarli sull’importanza delle regole per una corretta esposizione solare. La campagna è presentata oggi in un incontro all’Istituto “Pascale” di Napoli. La prevenzione è la prima arma per sconfiggere il melanoma, un tumore della pelle particolarmente aggressivo, che ogni anno fa registrare nel nostro Paese 7000 nuove diagnosi (700 in Campania) e 1500 decessi. “È dimostrato – spiega il dott. Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma – che ripetuti eccessi di esposizione da giovani triplicano il rischio di sviluppare il melanoma da adulti. I bambini rappresentano l’anello debole della catena e nei loro confronti va riservata particolare attenzione. Il braccialetto può diventare il simbolo della lotta a questa malattia. Il sole è un grande amico, ma possiede anche un lato ‘oscuro’, in grado di provocare danni molto gravi. Le creme non possono fare miracoli e devono essere scelte in base al proprio fototipo. Non esistono solari in grado di garantire una protezione totale, inoltre va considerato che esiste un tempo di esposizione massimo oltre il quale bisogna stare all’ombra. E il sole va sempre evitato nelle ore centrali della giornata, fra le 12 e le 16”. Il melanoma è il tumore che, nel mondo, ha fatto rilevare il maggior incremento: negli ultimi 60 anni è aumentato di 7 volte. Ma oggi il 70% dei nuovi casi è diagnosticato in fase iniziale e il merito deve essere attribuito anche alle capillari campagne di prevenzione svolte in questi anni. L’area del corpo in cui si riscontra con maggiore frequenza nelle donne è rappresentata dalle gambe (42% vs 15% uomini), negli uomini dal tronco (38% vs 17% donne). “L’incidenza della malattia è in aumento, ma fortunatamente la mortalità non incrementa, anche se è leggermente più alta negli uomini, probabilmente perché si sottopongono meno agli screening e sul tronco è più difficile per il paziente scoprire nei a rischio rispetto alle gambe – afferma il prof. Nicola Mozzillo, Direttore del Dipartimento Melanoma, Tessuti molli, Muscolo-Scheletrico e Testa-Collo del ‘Pascale’ -. I nei devono essere controllati una volta all’anno dallo specialista: una visita medica accurata permette di identificare le lesioni sospette ed il melanoma, se individuato in fase iniziale, può essere asportato chirurgicamente ed è guaribile nel 90% dei casi. Attenzione all’esposizione solare troppo intensa in brevi periodi dell’anno. Infatti la categoria professionale più a rischio è rappresentata dai cosiddetti colletti bianchi, cioè persone che trascorrono per lavoro l’intera settimana in ufficio e nel week end prendono il sole senza protezione per troppo tempo. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalle lampade abbronzanti, che dal 2011 sono vietate in Italia agli under 18. Si tratta di una legge molto importante, per la cui approvazione la Fondazione Melanoma si è fortemente impegnata. Queste apparecchiature infatti aumentano il rischio di melanoma del 75% se utilizzate prima dei 30 anni, come dimostrato da uno studio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC)”. 

L’età dei malati si sta abbassando progressivamente. Dieci anni fa i giovani rappresentavano solo il 5% dei casi e questo tumore riguardava soprattutto persone al di sopra dei 50 anni. Il 20% delle nuove diagnosi oggi viene riscontrato in pazienti di età compresa tra 15 e 39 anni. “Ricerca, terapia e assistenza al malato a 360 gradi caratterizzano da sempre il lavoro dei medici nel nostro Istituto – spiega il prof. Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico del ‘Pascale’ -. Attualmente sono circa 25 i protocolli di sperimentazione clinica di nuovi trattamenti per la terapia del melanoma in corso al Pascale. Il nostro è un centro di riferimento per questa patologia non solo per il Mezzogiorno, ma in tutta Italia e a livello internazionale. I problemi maggiori nel trattare il melanoma sono dovuti alla particolare propensione a produrre metastasi. Anche quando il tumore viene individuato in fase apparentemente localizzata, è possibile che alcune cellule maligne si siano già diffuse in altre sedi del corpo, stabilendo ‘semi’ che poi si possono manifestare a distanza di molti anni dalla escissione del primo tumore. Siamo di fronte a una malattia subdola, che può manifestarsi a distanza di anni e diventare rapidamente aggressiva. Pertanto gli sforzi per prevenire la malattia, quale l’iniziativa del braccialetto, rivestono una particolare importanza”. Il braccialetto può essere richiesto anche inviando una mail all’indirizzo della Fondazione Melanoma (www.fondazionemelanoma.org). Le campagne di prevenzione si traducono in milioni di vite salvate e in risparmi per il sistema. “I tagli alla spesa sanitaria richiesti dalla spending review richiedono uno sforzo ulteriore da parte di tutti gli attori coinvolti – conclude il prof. Tonino Pedicini, Direttore Generale dell’ospedale partenopeo-. Da qui l’importanza delle iniziative della Fondazione Melanoma. Ma le esigenze di contenimento dei costi non possono determinare disparità tra i pazienti che risiedono in Regioni diverse. Compito del Sistema Sanitario Nazionale è garantire un accesso equo a trattamenti efficaci e sicuri, il cui utilizzo deve tradursi in un miglioramento dello stato di salute generale della comunità, nel rispetto del principio di sostenibilità”.

 

Ufficio stampa Fondazione Melanoma 
Intermedia