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L’85% degli italiani non indossa occhiali da sole – un’esposizione impropria degli occhi ai raggi UV può provocare danni anche gravi

Il 30% quasi mai o mai e il 18% solo raramente. Bambini e anziani le categorie più a rischio: solo l’11% dei giovanissimi  e il 10% degli over 55 portano lenti da sole. Dati preoccupanti che emergono da una recente ricerca realizzata  dall’Istituto Piepoli per CDV. Non sono solo un vezzo, ma un vero e proprio strumento protettivo contro i danni agli occhi provocati dai raggi UV», ammoniscono gli esperti di Commissione Difesa vista che ha appena lanciato “Sole Amico”-in collaborazione con UNIPRO – una app gratuita che in base al fototipo e al luogo dove ci si trova consiglia quale filtro usare sia per le creme protettive sia per gli occhiali. La bella stagione si è fatta attendere, ma ora il sole splende su gran parte delle regioni italiane. Il cambio di stagione, rimandato più volte, è ormai cosa fatta: tra vestiti leggeri e gonne svolazzanti fanno capolino – ancora troppo raramente – gli occhiali da sole. Accessorio che piace agli italiani che però lo sfoggiano ancora con troppa superficialità, considerandolo più per il suo lato modaiolo che non per quello, ben più importante, protettivo.

«Gli occhiali da sole di qualità, acquistati in canali di vendita sicuri, sono l’unico vero strumento che può proteggere i nostri occhi», ammonisce il Prof. Francesco Loperfido, consulente della Commissione Difesa Vista e responsabile del servizio di Oftalmologia generale presso l’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Forse non tutti sanno che «un’esposizione, prolungata o impropria, degli occhi ai raggi ultravioletti, può portare a cheratiti attiniche ovvero un’alterazione del fisiologico metabolismo corneale per l’eccessivo processo di disidratazione. Non solo. Può essere anche una concausa di stadi degenerativi sia a carico del segmento anteriore (vedi la cataratta che, nella maggior parte dei casi, è risultato di un danno subito prima dei 30 anni*) sia a carico della parte nobile della retina, quindi la macula, per chi è esposto maggiormente alla luce blu (luce tra UV e il visibile) da qui le maculopatie», continua Loperfido.

Nella terza età, sia l’incremento della dacriopatia, ovvero alterazione della qualità/quantità del film lacrimale, sia l’opacità del cristallino – che ha il suo naturale processo di invecchiamento con l’età – inducono a una maggior fotofobia. «Per questo la protezione degli occhi sia con il sole sia con il cielo nuvoloso, dove comunque l’irraggiamento dei UV è presente, diventa quanto mai necessaria», avverte il Professor Loperfido. «E può avvenire con l’uso di lenti fotocromatiche o in ogni caso con lenti che assicurino un’alta percentuale di sbarramento agli UV». Recentemente sul mercato sono stati introdotti anche particolari sostituti lacrimali che contribuiscono a ridurre sulla superficie corneali i danni da raggi UV. «Questi coadiuvano un quadro di protezione che però è fondamentalmente sostenuto dalla necessità di occhiali protettivi, eventualmente anche graduati per i portatori di difetti visivi», ricorda Loperfido. «Non da meno i soggetti già sottoposti ad intervento di cataratta o che hanno subìto un processo evolutivo di maculopatie o di alterazioni vitreali (pucker maculare) traggono evidente vantaggio da una adeguata protezione con occhiali da sole. I primi perché avvertono la luce maggiormente intensa dato che hanno un cristallino artificiale molto trasparente (cosa a cui non erano abituati); i secondi perché i riverberi di luce risultano intensificati, con esposizione diretta, soprattutto nei luoghi di vacanza». Quindi – alla luce di queste considerazioni – deve trovare spazio nella mentalità dell’italiano il concetto che l’occhiale da sole non è solo un vezzo, «ma quasi un coadiuvante medicale che consente una vita normale, potenziando anche i livelli di protezione dei nostri occhi».Se il discorso vale per adulti e anziani, con o senza patologie, è ancora più importante per i bambini. Nei loro confronti «sono i genitori ad avere una grossa responsabilità», ammonisce Loperfido. «Soprattutto in condizioni estreme (mare/montagne) dove le superfici riflettenti possono aumentare la percentuale di UV».Senza fare troppi allarmismi, in ogni caso, la soluzione c’è ed è anche la più semplice: prevenire è meglio che curare! Un bel paio di occhiali da sole che schermi i nostri occhi dalle minacce dei raggi solari.«Un occhiale però non vale l’altro. Ed è fondamentale non solo “cosa” si acquista, ma anche dove», afferma Loperfido. Ne è consapevole ben l’83% degli italianiche afferma che un occhiale da sole contraffatto o mediocre “può causare danni agli occhi”. «Spesso in spiaggia, sulle bancarelle in città o in altri canali di vendita non certificati vengono venduti occhiali da sole con firme contraffatte o anonime che non garantiscono nella maniera più assoluta la protezione dagli UVB ». Gli occhiali da sole non certificati espongono al rischio di danni agli occhi e alla vista a causa di lenti non a norma, nonché possono provocare importanti reazioni allergiche alla pelle causate dalla non conformità dei materiali utilizzati per le montature stesse.

 

Le lenti da sole non sono dunque un optional modaiolo, ma un vero e proprio strumento protettivo. Per questa loro funzione primaria, andrebbero scelti ad hoc per ciascuna situazione. La maggioranza opta per occhiali da sole indifferenziati da usare in tutte le occasioni. Solo il 17% degli italiani possiede diverse paia di occhiali da sole a seconda dell’uso e del luogo di utilizzo (sport, spiaggia, città, guida). «Questo è un atteggiamento sbagliato», spiega Loperfido. Insomma sarebbe opportuno un occhiale per ogni particolare occasione se non si vogliono correre rischi.E proprio con questo obiettivo (ma non solo!) è nata la App Sole Amico. Sviluppata da Commissione Difesa Vista e UNIPRO, l’Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche – è scaricabile gratuitamente ed è un metodo semplice ed efficace per avere consigli in tempo reale su come proteggere occhi e pelle in modo adeguato. Aiuta a scoprire il proprio fototipo e in base ad esso e al luogo dove ci si trova consiglia quale filtro usare sia per le creme protettive sia per gli occhiali. Un esempio? Una trentenne castano chiara, occhi scuri, pelle chiara con difficoltà ad abbronzarsi (fototipo 2) a Milano, in una giornata di aprile un po’ coperta dovrà applicare una crema con protezione media (SPF 20-25) e indossare un occhiale con lente protezione 3.

Vademecum per un’esposizione sicura al sole

  • la montatura sia ben aderente alla radice del naso
  • gli occhiali siano ampi (sopra il sopracciglio, un po’ arcuati)
  • associare l’uso degli occhiali a quello di un cappello con visiera, per un migliore effetto protettivo
  • Nell’acquisto di un paio di occhiali da sole, occorre, prima di tutto, verificarne la qualità, che viene segnalata da apposite marcature sulla base di specifiche normative
  • Gli occhiali devono essere indossati anche all’ombra, perché i raggi solari, in particolari condizioni di incidenza su alcune superfici, quali sabbia o altre superfici riflettenti, risultano dannosi anche se filtrati
  • ridurre al minimo l’esposizione al sole dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio

 

Ecco i criteri per la scelta di un modello conforme:

  • Verificare presenza della marcatura CE sulla montatura
  • Verificare nota tecnica informativa (presenza della norma EN 1836/2006),
  • il riferimento della norma europea UNI EN 1836 (o solo EN 1836)
  • l’identificazione del fabbricante o del fornitore
  • il numero della categoria del filtro
  • il tipo di filtro (es. fotocromatico, ecc.)
  • Le istruzioni per la cura, la manutenzione e la pulizia.