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Italiani bocciati in prevenzione, solo 19% mangia verdura e 49% non fa sport

Roma, 24 mar. (Adnkronos Salute) – Alimentazione, prevenzione, comportamenti virtuosi continuano a confermarsi come i principali fattori in grado di incidere sullo stato di salute e di benessere delle persone. Gli italiani ormai lo sanno, ma non sempre lo fanno. Solo il 19% consuma le 5 porzioni raccomandate di frutta e verdura al giorno, solo il 17% mangia i legumi e solo il 16% il pesce. Uno sparuto 11% limita l’uso di grassi animali. E ancora, appena il 51% ha praticato sport nell’ultimo mese. Tra le motivazioni che impediscono farlo, la più citata è la mancanza di tempo (49%).

Questo il quadro che emerge dal report “Abitudini alimentari e stile di vita” realizzato da Fondo Asim – Fondo di assistenza sanitaria integrativa dedicato a lavoratrici e lavoratori delle imprese esercenti servizi di pulizia, servizi integrati/multiservizi – in collaborazione con la Fondazione Airc e presentato oggi nella sede del Fondo Asim a Roma. Sono 2.608 gli intervistati, il 73% donne.

La maggioranza dei partecipanti (il 70%) è consapevole del fatto che mantenere uno stile di vita attento, attraverso una serie di comportamenti e atteggiamenti virtuosi, possa aiutare, ma pensa anche che non metta davvero al riparo da problemi e disturbi e, dunque, che nella quotidianità non sia poi così urgente adottare alcune accortezze. Dalle risposte emerge la fatica di cambiare abitudini nonostante la consapevolezza dell’importanza di doversi nutrire diversamente. “Sbaglio e infatti vorrei cambiare”, ma poi non ce la fanno.

Se la maggioranza non segue stili di vita salutari, anche sul fronte della prevenzione non va meglio. Tra i programmi di screening che hanno coinvolto il maggior numero di persone ci sono quelli dedicati all’Hpv (73%); tumore della cervice uterina (57%); tumore al seno (51%). Tra le motivazioni più citate da chi ha ammesso di non aver eseguito questi controlli, c’è “perché nessuno mi ha mai raccomandato di farlo” e “perché non c’ho pensato”.

“Di qui l’obiettivo di comprendere i comportamenti messi in atto rispetto a una selezione di tematiche – spiega Massimo Stronati, presidente del Fondo Asim – per individuare le cause di questo gap. Il 70% sostiene che mantenere uno stile di vita attento può aiutare, ma non evita i problemi di salute. E sulla base di questo nella quotidianità non presta attenzione a pratiche che invece potrebbero essere impattanti. Insomma, è evidente come la semplice informazione non si traduca necessariamente in un comportamento migliore, perché intervengono barriere pratiche e psicologiche che indeboliscono il legame tra i nostri valori, le nostre intenzioni e le nostre azioni. E’ necessario fare un ulteriore sforzo – sottolinea – nella direzione di un maggior coinvolgimento delle persone rispetto all’urgenza di adottare determinate pratiche nel quotidiano”.

“Bisogna intervenire sulla cultura della prevenzione e veicolare l’importanza di compiere quotidianamente gesti concreti per la nostra salute – afferma Niccolò Contucci, Chief Fundraising Officer Fondazione Airc – Oggi sappiamo, grazie ai progressi della ricerca, che abitudini più salutari potrebbero evitare la comparsa di circa un tumore su tre. La prevenzione è fondamentale – rimarca – per ridurre la probabilità di sviluppare un cancro ed è alla nostra portata ogni giorno attraverso l’adozione di buone pratiche come: l’adesione agli screening raccomandati, un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica regolare, e soprattutto la rinuncia al fumo, il maggiore fattore di rischio per i tumori polmonari e per altre innumerevoli altre malattie”.