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Ipertensione e tumori del surrene

Uno studio internazionale condotto da ricercatori dell’Università di Padova in collaborazione con il Collège de France di Parigi e altri importanti Centri europei, e pubblicato sulla prestigiosa rivista «Hypertension», la più autorevole voce in materia di pressione arteriosa, chiarisce i meccanismi della più comune forma di ipertensione arteriosa da causa endocrina.La ricerca ha messo in evidenza, in un terzo circa di pazienti affetti da tumori del surrene, con una maggiore frequenza tra le donne e i pazienti con gradi maggiori di iperaldosteronismo, mutazioni in quegli “interruttori” che nella membrana cellulare sono preposti alla regolazione del sodio e del potassio.«Si tratta di una serie di mutazioni – spiega il professor Gian Paolo Rossi, direttore del Dottorato Internazionale in Ipertensione Arteriosa e della Clinica medica 4 dell’Università di Padova – che comportano la perdita di selettività del “filtro” del canale attraverso il quale il potassio esce dalla cellula (KCNJ5). Il “filtro” così funziona male, e anziché far solo uscire potassio, lascia anche entrare sodio».L’alterazione di questi meccanismi comporta l’ingresso del calcio nelle cellule del tumore e quindi aumenta cronicamente la produzione di aldosterone, un ormone che aumenta la pressione arteriosa e, in presenza di un introito alimentare elevato di sale, danneggia cuore, reni e arterie.Questo studio, condotto per Padova da un team di ricercatori coordinato dai professori Gian Paolo Rossi, Franco Mantero (direttore dell’Endocrinologia) e Francesco Fallo (Clinica medica 3),  chiarisce un “puzzle” che da oltre 50 anni rimaneva irrisolto, e cioè perché questi tumori continuino a produrre aldosterone, mantenendo elevati i valori della pressione arteriosa, nonostante la mancanza di angiotensina II e la riduzione del potassio, che sono i principali stimoli alla produzione di aldosterone.«Si tratta di una ricerca di particolare importanza – sottolinea il prof. Rossi -, che potrebbe aprire nuove prospettive al trattamento farmacologico della più importante causa di ipertensione, oggi guaribile solo chirurgicamente».

 

 

 

 

 

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