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Inizia la lotta mondiale alla demenza

Non deve più essere considerata un effetto collaterale dell’invecchiamento

coppia_anzianiI leader mondiali del G8 si sono riuniti a Londra, per la prima volta, in uno storico vertice tenuto questo mese di dicembre per decidere come combattere la demenza. La demenza non deve più essere considerata un effetto collaterale dell’invecchiamento. A questo Summit del G8 responsabili della scienza e della salute hanno trovato un accordo sulle misure da intraprendere per affrontare l’epidemia mondiale della demenza. Attualmente si stima che 44 milioni di persone nel mondo siano affette da demenza e l’OMS ritiene che questi numeri raddoppieranno ogni venti anni. Il Primo Ministro britannico David Cameron ha detto: “Non importa dove voi viviate, la demenza ruba le vite e distrugge le famiglie. È per questo che noi siamo qui riuniti e siamo determinati a sconfiggerla. Abbiamo combattuto la malaria, il cancro, l’AIDS e ora voglio che l’11 dicembre 2013 sia ricordato come il giorno in cui è iniziata la lotta mondiale alla demenza”.

I Membri del G8 si sono impegnati a: identificare entro il 2025 una cura o una terapia che modifichi sostanzialmente il decorso della malattia. Questo significa aumentare i fondi per la ricerca e il numero dei ricercatori coinvolti. Creare la nuova figura di Responsabile Mondiale sulla Demenza  a sostegno di un approccio innovativo, come per l’AIDS e i cambiamenti climatici, che coordini le esperienze e gli sforzi internazionali per trovare nuove fonti di finanziamento, comprese quelle private e filantropiche, a sostegno dell’innovazione. Sviluppare un piano di azione internazionale per la ricerca, in particolare per identificare e colmare i gap attuali. Scambiare informazioni e dati degli studi sulla demenza e lavorare insieme per ottenere i migliori risultati. Garantire libero accesso alle ricerche finanziate dalle istituzioni pubbliche per mettere a disposizione di tutti, il più velocemente possibile, dati e risultati al fine di realizzare ulteriori studi. Organizzare una serie di forum nel 2014 in collaborazione con OCSE, OMS, Commissione Europea, il Joint Programme Europeo sulle malattie neurodegenerative (JPND) e la società civile per stringere collaborazioni su: investimenti a impatto sociale; modelli di assistenza e prevenzione; collaborazione Università-Industria. Invitare l’OMS e l’OCSE a dichiarare la demenza una minaccia per la salute pubblica e sostenere i Paesi a incidere sui loro sistemi sanitari e sociali al fine di migliorare l’assistenza e i servizi alle persone con demenza. Invitare tutti a trattare le persone con demenza con dignità e rispetto e ad aumentare il proprio contributo nella prevenzione, assistenza e cura. Programmare un incontro negli Stati Uniti nel febbraio 2015 per valutare i progressi fatti.

L’Italia manca ancora di un piano di azione. E la collaborazione fra tutte le figure coinvolte è fondamentale per la buona riuscita di un programma”, commenta Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia. “Obiettivo da raggiungere: creare una rete di servizi e assistenza su tutto il territorio nazionale per non lasciare soli malati e familiari”.

 

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