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Il cancro fa ancora paura, aumentiamo le campagne informative

pobraneGli italiani hanno ancora molta paura del cancro: sette su dieci lo considerano come un serissimo problema di salute pubblica. Molto più temuto di altre malattie invalidanti come l’Alzheimer (39%) e i disturbi cardiovascolari (34%). Un dato che non ha eguali rispetto ad altri Paesi: in Europa i tumori occupano il primo posto per il 56% dei cittadini, negli USA per il 48%. Gli abitanti della Penisola sono anche pessimisti sulle terapie. Nove su dieci pensano che negli ultimi vent’anni si sarebbe potuto fare di più e il 20% è convinto che si stia addirittura perdendo terreno. Sono questi i risultati della Global Pancreatic Cancer Awareness Omnibus Survey, condotta per conto di Celgene, che ha coinvolto oltre 7mila persone tra Europa e Stati Uniti. L’indagine viene presentata oggi in un Convegno alla Camera dei Deputati, organizzato dalla Fondazione “Insieme Contro il Cancro” in occasione della prima Giornata Mondiale sul tumore del pancreas.

“Purtroppo le sensazioni dei cittadini si basano spesso su ragionamenti privi di base scientifica, frutto di una scarsa conoscenza del problema. Prendiamo proprio le neoplasie del pancreas: 6 italiani su 10 non ne hanno quasi mai sentito parlare. Ma la sete di notizie è tanta e il 73% appoggia con entusiasmo le campagne di sensibilizzazione. Come il progetto “PanCrea: creiamo informazione”, che negli ultimi dodici mesi ha girato il Paese per spiegare l’importanza della prevenzione”, spiega il prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione “Insieme Contro il Cancro”. “Iniziamo a vedere i risultati del nostro lavoro – aggiunge il prof. Stefano Cascinu, Past President dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), società scientifica che ha lanciato la campagna –. Secondo un nostro sondaggio, un anno fa l’88% dei cittadini non sapeva nulla sulla patologia. Questo dato continua a scendere: siamo sulla buona strada. Ora dobbiamo lavorare sulla diagnosi precoce della neoplasia, aumentando gli sforzi nella prevenzione”. Il tour “PanCrea” ha toccato sei Regioni, per incontri informativi con clinici, associazioni di pazienti e medici di famiglia. I camici bianchi sul territorio sono le prime sentinelle contro la malattia, perché conoscono la storia dei propri assistiti e possono identificare i fattori di rischio. “Dobbiamo cogliere i campanelli d’allarme, per indirizzare precocemente il paziente al centro di riferimento, distribuendo allo stesso tempo sul territorio il management delle persone in carico – sottolinea il dott. Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) –. Deve quindi rafforzarsi sempre di più il rapporto tra medico di famiglia e specialisti”. Ma non solo. Sempre secondo la survey internazionale, condotta da Ipsos nel 2014, anche le associazioni di pazienti oncologici giocano un ruolo determinante. Soprattutto nell’aumentare l’awareness sulla patologia. “Ieri siamo stati al Parlamento europeo per rilanciare la nostra attività di sensibilizzazione su questa neoplasia – spiega l’avv. Elisabetta Iannelli, Segretario Generale della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) –. Abbiamo partecipato alla ‘call to action’ Giving a Voice to Pancreatic Cancer, promossa dalla European Cancer Patient Coalition (ECPC), a cui hanno aderito anche molti eurodeputati, per includere questo tumore in tutte le principali iniziative europee sulla lotta contro il cancro. Vogliamo incrementare la ricerca scientifica, rendere più efficiente la raccolta di dati, individuare strumenti per la diagnosi precoce, migliorare gli standard di cura e le chance di sopravvivenza”. 

Nel nostro Paese, nel 2014 si registreranno 12.700 nuovi casi di cancro al pancreas. La sopravvivenza è ancora molto bassa: solo il 7% degli uomini e il 9% delle donne sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. “Solo ultimamente si è iniziato a compiere significativi passi in avanti nella ricerca, grazie all’arrivo del nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle) – commentano i proff. Cognetti e Cascinu –. È un trattamento già impiegato nel campo del tumore della mammella metastatico, che sfrutta le più recenti scoperte in ambito di nanotecnologia. Questo farmaco, associato alla gemcitabina, ha dato risultati incoraggianti, permettendo di avere per la prima volta pazienti lungo sopravviventi in uno studio sul carcinoma del pancreas”. “Celgene ha vinto una prima sfida importante e difficile: quella di sviluppare questa terapia, fra l’altro definita innovativa da AIFA, che consente di dare una speranza ai pazienti con tumore del pancreas – afferma Pasquale Frega, Presidente e Amministratore Delegato Celgene Italia –. Ma la prevenzione resta lo strumento principale per diminuire l’incidenza di questa terribile patologia e oggi la giornata mondiale sul carcinoma del pancreas chiama tutti gli attori coinvolti – mondo politico, accademia, industria e associazioni pazienti – a dare un importante contributo”.

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