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Il 77% degli italiani si vede in sovrappeso, uno su tre punta su diete fai da te

È giunto il momento della verità: con l’arrivo dell’estate ogni italiano deve fare i conti con la propria forma fisica. Coloro che hanno fatto attenzione non vedono l’ora di poter sfoggiare i propri corpi asciutti su le nostre spiagge mentre chi ha pensato più ai piaceri della gola che alla bilancia ora teme la prova costume.

 E sembra che questi ultimi siano in gran maggioranza se, come ha rilevato la più recente indagine1 realizzata dall’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria , ben tre italiani su quattro (77%) hanno pensato che fosse il caso di perdere peso. Percentuale che sale all’83% tra le donne.

 Gli Italiani si vedono fuori forma dunque: un dato che non stupisce se si ricorda che una precedente ricerca dell’Osservatorio aveva rilevato come il 40% degli italiani non fa alcun tipo di attività fisica.

 Colpa della nostra cucina? Forse in parte,se è vero che per un italiano su due (46%) il cibo è infatti una vera e propria gioia, un’autentica soddisfazione, per spirito e palato, a cui è difficile rinunciare.

 Ma quando diventa sempre più difficile allacciare i pantaloni, quali sono i rimedi che gli italiani considerano più efficaci?

Purtroppo un italiano su tre (32%) punta a perdere peso con pericolose diete “fai-da-te”. Un comportamento che rischia di sottoporre il fisico ad autentiche torture, a volte con lunghi periodi di digiuno e spesso con gravi conseguenze per la salute.

Il 24%, invece, punta saggiamente a buttar giù la pancia facendo, o ripromettendosi di fare, maggiore attività fisica. Il 31% pensa di affidarsi ad un dietologo o ad un nutrizionista, mentre il 13% si affida a diete trovate su libri e riviste piuttosto che lette su qualche sito internet.

 Se gli italiani sono fondamentalmente concordi nel vedersi appesantiti, più frammentate sono le opinioni riguardo al reale problema dell’obesità.

 Il 17% lega il fenomeno ad una alimentazione sbagliata, il 14% alla pigrizia degli interessati e il 4% pensa che sia legata a questioni psicologiche ma ben il 35% vede nell’obesità un grave problema sociale, che comporta ingenti spese da parte delle istituzioni, che dovrebbero applicare maggiori misure per educare le persone. Il 23% infine lo vede come un problema legato all’opulenza delle società più ricche, un suo sintomo.

 I benefici di una corretta alimentazione, abbinata ad una sana attività fisica, sono ormai conosciuti da tutti. Non si può nascondere che l’obesità abbia un impatto enorme sui costi sociali che il nostro Paese deve sostenere. Parliamo di una cifra che supera ogni anno gli 8 miliardi di euro pari al 6,7% della spesa sanitaria nazionale3 e che diventa sempre più complicato sostenere. L’indagine dell’Osservatorio UniSalute rileva una presa di coscienza degli italiani anche rispetto a questo aspetto e può essere letto come un auspicio ad una ulteriore maggiore attenzione nei riguardi dell’obesità per prevenire questa patologia.

 

 

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2013 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.

 2 L’Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l’obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo del welfare sanitario in azienda.

 3 Dati emersi dal dibattito ‘L’obesità’: strategia e interventi’, promosso dall’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione e dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (2010)

 UniSalute è la prima Compagnia in Italia ad occuparsi esclusivamente di assicurazione sanitaria in modo unico ed innovativo attraverso il lavoro di 560 persone, tra cui 45 medici presenti in azienda e un network qualificato di strutture sanitarie convenzionate direttamente presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.

Ogni cliente UniSalute ha dietro di sé la forza di 4,3 milioni di assicurati e di una “centrale di acquisto” che garantisce un controllo qualificato e costante della qualità: 9 clienti su 10 consigliano la struttura in cui hanno effettuato le cure. La rete di strutture sanitarie convenzionate è diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale e comprende ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia.

Fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, UniSalute ha il primato nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria, delle Casse Professionali e delle Casse aziendali.