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Identificate almeno 2 sub-epidemie in regione

Milano, 22 gen. (Adnkronos Salute) – Ricercatori dell’università Statale di Milano, insieme a colleghi dell’ospedale Niguarda e del Policlinico San Matteo di Pavia, hanno indagato la variabilità del coronavirus Sars-CoV-2 attraverso una mappatura del virus circolante in Lombardia già dai primi mesi dell’epidemia. Lo studio, sostenuto da Fondazione Cariplo e pubblicato su ‘Nature Communications’, ha permesso il sequenziamento completo di 346 genomi collezionati in tutto il territorio regionale tra febbraio e aprile 2020. Gli autori hanno evidenziato nella prima ondata di Covid “la presenza massiccia di ben 7 varianti virali, alcune di queste selezionatesi probabilmente all’interno della stessa regione, altre introdotte da territori dislocati geograficamente in un intervallo temporale ridotto”.

Dal lavoro emerge che “3 varianti su 7 hanno subito un’amplificazione tale da consentire la presenza di importanti cluster locali di trasmissione la cui origine risalirebbe ai primi giorni di febbraio. Ciò indica che Sars-CoV-2 circolasse in modo silente in tutto il territorio lombardo già un mese prima del caso diagnosticato in provincia di Lodi”.

“Grazie a un approccio filogeografico”, i ricercatori hanno rilevato inoltre che “la circolazione dei diversi lignaggi si è mostrata fortemente legata al territorio”.

“Ciò – concludono – ha portato all’identificazione di almeno due sub-epidemie sostenute da varianti differenti: una preponderante nel sud della Lombardia, con le province di Lodi e Cremona investite maggiormente; l’altra diffusasi principalmente nel nord della Lombardia, con Bergamo e i suoi territori adiacenti (come Alzano e Nembro) maggiormente colpiti”.