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Giornata Mondiale del Malato Reumatico: parla il Prof. Luigi Di Matteo di SIR

di-matteo-fotoSono patologie croniche invalidanti, considerate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la prima causa di dolore e disabilità in Europa, con conseguenti ricadute sfavorevoli sulla società. Si tratta delle malattie reumatiche, oltre 100 diverse patologie che, si stima, in Italia riguardino più di 5 milioni di persone, di ogni età, soprattutto donne (circa il 70%). I pazienti interessati da malattie reumatiche vanno incontro a un grave peggioramento della propria qualità di vita e, in molti casi, anche alla perdita della capacità produttiva.

Così il Prof. Luigi Di Matteo, consigliere SIR, in occasione della Giornata Mondiale del Malato Reumatico: “Questo è davvero un giorno speciale, una giornata con una risonanza internazionale in cui al centro del sistema e dell’interesse comune è il malato reumatico, con tutte le sue necessità, le sue aspettative, le sue delusioni, ma anche con la sua volontà di essere attore principale della gestione della sua patologia, di aspirare a condurre una vita il più possibile normale, seppure nelle difficoltà comportate dalla malattia reumatica. Oggi, in uno scenario globale e nazionale in cui dominano conflittualità, emarginazione, sopraffazione, criticità economiche e finanziarie, spesso il pessimismo pervade tutti noi. Eppure, allo stesso tempo, proprio da chi è più fragile per malattia giunge a tutti noi una lezione: non abbandonarsi allo sconforto ma far leva sulla volontà, che va oltre lo spazio ed il tempo, che consente, proprio talora partendo dalle disabilità, di creare sinergie positive, intuire soluzioni, proporre alternative alle disfunzioni e, infine, far progredire il nostro sistema di civiltà”.

“Credo sinceramente- continua l’esperto- che nel nostro sistema sanitario il motore al rinnovamento non verrà da altri attori presenti storicamente nella sua gestione, ma dalla forza propulsiva, sincera, limpida, innocente come lo è l’animo del malato, delle associazioni dei malati, e ciò vale anche per la Reumatologia. Proprio per questo convincimento il Consiglio Direttivo della SIR si è reso disponibile a creare un tavolo di concertazione che ha prodotto, grazie alla buona volontà dei partecipanti, una Rete tra tante associazioni che non hanno perso la loro identità ma che sono tutte rivolte a far confluire in una sola voce il ” grido di allarme” che ogni giorno arriva, con forza e coinvolgimento, dai malati reumatici di fronte alle difficoltà assistenziali che essi incontrano quotidianamente e che vivono sulla propria pelle. Né la stessa SIR rimane insensibile ed inerte o rimarrà sorda alle richieste che oggi, in questa particolare occasione, le associazioni dei malati reumatici, in perfetta autonomia e assoluta credibilità, faranno giungere a chi le decisioni, quelle giuste, dovrà prendere e a chi quelle richieste dovrà sostenere nei dovuti ambiti. La società Italiana di Reumatologia è, infatti, impegnata a difendere le strutture assistenziali dedicate ai malati reumatici, il diritto alle terapie migliori, il diritto a far riconoscere il peso individuale e sociale delle malattie reumatiche, la loro pari dignità rispetto a tutti gli altri malati.”